
Arianna, la sua sorellina, è l’unione tra due giovani vite interrotte, tra due belle famiglie, quella di Leonardo (suo fratello), morto in Vespa nel 2019 mentre stava rientrando dal lavoro estivo (l’inchiesta si è chiusa senza un colpevole), e di Marianeve, la piccola morta nel 2016 a scuola (qui i processi sono ancora in corso, vedi pezzo sotto). Un ulivo crescerà ricordando a tutti il ragazzo. Accanto a quello piantato, nella sede della Dream Volley, ai Passi, per la bambina. Arianna è una atleta della società gialloblù. Marianeve è la figlia di una atleta del gruppo Over del Dream ai Passi.
Sabato, si è tenuta la cerimonia alle 16:30 nell’area verde del centro. La famiglia di Leo, per il suo terzo compleanno senza di lui, ha invitato gli amici, gli ex compagni di classe (a giugno l’Iti, la scuola che frequentava il 17enne, ha consegnato ai genitori il diploma alla memoria consegnando proprio un ulivo ai suoi cari), parenti e professori. Con loro, anche tante Vespe parcheggiate. Lo studente era un appassionato delle due ruote, così come delle fotografie. E, proprio a questo si riferisce la frase sulla targa in sua memoria: "A piedi cammino, in macchina viaggio, in moto sogno". "L’ulivo è una pianta antichissima. Se la trattiamo con la cura dovuta essa può resistere per un tempo lunghissimo, un po’ come il ricordo di Leo. L’ulivo accanto è dedicato a un’altra bambina, è stato piantato nel 2016 e guardate come è pieno di frutti", ha spiegato il presidente di Dream Volley Pisa, Carlo Boccardo. Poi, il RistoBar del centro sportivo ha organizzato una merenda per tutti i presenti.
Il prossimo evento sarà il memorial (secondo) il 1° di novembre. Mamma Stefania e babbo Federico penseranno alla premiazione delle squadre del torneo under 14 femminile. Un modo per ripartire insieme. "Vogliamo essere sempre più comunità", affermano dal centro. "Un grazie speciale al Dream Volley Group per questo regalo che ha scaldato il cuore di tutti noi", scrive Stefania sulla sua bacheca facebook.
Il 16 ottobre il ragazzo avrebbe compiuto gli anni. Ne aveva 17 quando rientrando a casa, sulla Calcesana, è finito a terra. Perché? L’inchiesta aperta si è chiusa senza responsabili. E così quello che è accaduto quel giorno di luglio è rimasto un mistero. Dallo stesso giorno il papà e la madre portano avanti molti progetti facendolo vivere in tante idee, come quella del volontariato - Leo era impegnato nella Croce Rossa - ma anche della sicurezza in strada. Babbo Fede, ingegnere, ha incontrato tanti giovani delle scuole per insegnare alcune regole, per sensibilizzare i ragazzi nel nome di Leo.
Antonia Casini