"Un atto doveroso i 1000 denunciati al rave"

Festa abusiva a Tavolaia, il commento della sindaca Parella all’indomani delle notifiche. "Serve maggiore prevenzione per evitare altri casi"

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di Luca Bongianni

"Mai più un rave party a Tavolaia e in nessun altra zona del nostro territorio". Un ciclone che nella notte tra il 3 e il 4 luglio ha invaso la piccola frazione del comune di Santa Maria a Monte travolgendo le circa 80 anime, quasi tutte molto anziane abituate a lasciare l’uscio della propria casa aperto, e tutto il territorio circostante. Per tre giorni musica alta e circa 4-5mila persone arrivate da tutta Europa hanno sconvolto i residenti di Santa Maria a Monte. Dopo le identificazioni che avvennero sul posto da parte delle forze dell’ordine, sono mille i denunciati, tra organizzatori francesi, dj e partecipanti per il reato di invasione abusiva di terreni ed edifici e di organizzazione di manifestazione non autorizzata.

"Un atto dovuto e doveroso – la sindaca di Santa Maria a Monte, Ilaria Parrella – è troppo irresponsabile anche solo pensare di organizzare e partecipare ad un evento del genere". A distanza di un mese e mezzo un episodio analogo si è svolto a Viterbo, nel Lazio al confine con la Toscana. Stessa organizzazione, stesse modalità, stessi disagi. Da capire se anche gli organizzatori sono gli stessi. Con la differenza che nel rave party di Viterbo, purtroppo, si è registrato anche un morto, un giovane di 25 anni. "Per assurdo – ripercorre quei momenti la sindaca – siamo stati fortunati a non aver registrato decessi anche se non c’è mancato molto (un ragazzo infatti venne trasportato all’ospedale in codice rosso in condizioni gravissime dopo aver bevuto liquido antigelo dell’auto, ndr)". Ma la sindaca Parrella, che si attivò fin da subito cercando di monitorare e gestire la grande festa abusiva, tiene alta l’attenzione su questo tema. "Occorre maggiore prevenzione da parte degli organi di controllo, forze dell’ordine e polizia postale – dice – non è possibile che dopo un mese un altro rave si possa essere verificato a pochi chilometri da qui. Se gli organizzatori riescono a sfuggire ai classici strumenti di comunicazione utilizzando altre app e piattaforme occorrerà attrezzarsi, decifrare questi messaggi. Ma non è ammissibile che queste persone continuino ad apparire all’improvviso in migliaia. Una volta che sono arrivati in queste campagne si può soltanto limitare gli accessi come abbiamo fatto, toglierli è impossibile". Per fortuna a Tavolaia non ci furono morti ne episodi di violenze (come invece si sono registrati nella Tuscia).

"La paura più grande era quella che potesse scoppiare un focolaio Covid – prosegue la sindaca – ma grazie ai tamponi effettuati abbiamo monitorato e scongiurato questa possibile emergenza". A Tavolaia non è stata la prima volta, 14 anni fa infatti si registrò un episodio simile. "Abbiamo effettuato una riunione con la questura e la prefettura per avere indicazioni su come impedire questi eventi – ha detto la sindaca –. Saremo pronti a chiudere subito gli eccessi ma, ripeto, è fondamentale implementare la prevenzione".