
Carabinieri
Pisa, 5 febbraio 2019 - Tutto era partito dalla denuncia di un giovane brasiliano a ottobre 2016. Non appena atterrato a Malpensa, infatti, si sarebbe ritrovato come in trappola a dover restituire una somma ben maggiore di quella avuta in prestito. Dietro, secondo quanto ricostruito dalla Procura, le indagini erano state seguite dal pubblico ministero Paola Rizzo, ora prese in carico da Fabio Pelosi, ci sarebbe stato un giro di persone transessuali fatte arrivare dall’altro capo del mondo per poi farle prostituire a Pisa, in particolare, sull’Aurelia, all’altezza di Ikea, e in via Traversagna, a Migliarino. Nel 2018, lo sviluppo con quattro arresti, tutti di cittadini brasiliani che sarebbero adesso rientrati nel loro Paese di origine, da parte del nucleo investigativo dei carabinieri. Due all’epoca, erano residenti nella città della Torre, gli altri abitavano a Viareggio. Coinvolti, con ruoli minori, anche italiani che, in alcuni casi, si erano uniti civilmente con le trans. l’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere a quest’ultime il permesso di soggiorno. Sono in totale 11 gli imputati: le contestazioni sono diverse. La più grave è l’associazione a delinquere finalizzata sia all’immigrazione clandestina, sia allo sfruttamento della prostituzione.
Il 4 febbraio 2020, la mattina, l’udienza davanti al gup Donato D’Auria, anche se il caso è stato riaggiornato ad aprile per un difetto di notifica. Ma il Comune di Pisa, rappresentato dall’avocato Giacomo Mannocci, ha anticipato che si costituirà parte civile per il danno di immagine subito. Atto che sarà formalizzato durante la prossima tappa. E’ stata anticipata anche la richiesta di riti alternativi (abbreviati e patteggiamenti) da parte di alcune delle persone coinvolte. Mentre altre affronteranno il rito ordinario. Lunghe le indagini dei militari dell’Arma con pedinamenti e intercettazioni sia ambientali che telefoniche. A dare un nuovo impulso, era stato, nel 2017, un’altra vittima che aveva sporto querela, verso alcune persone già indagate affermando di essere stata picchiata e di essere finita all’ospedale Versilia. a. c. © RIPRODUZIONE RISERVATA