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Torna a zampillare la "Fontana del Gobbo"

Restauro in piazza dei Cavalieri, Conti: "vogliamo riattivare anche le altre fontane, ma il Governo ora avvii i lavori all’acquedotto Mediceo"

di Gabriele Masiero

PISA

Riattivare l’acqua nelle fontane alimentate dall’acquedotto mediceo per rendere la città più accogliente e per alimentare buone pratiche e rinunciare gradualmente alla plastica. Può essere riassunto così il progetto "Pisa città d’acqua", promossa da Comune, Pisamo e Acque, nell’ambito del quale da ieri è tornata a sgorgare l’acqua, potabile, dalla storica Fontana del Gobbo di piazza dei Cavalieri, che era inattiva da oltre 20 anni dopo essere stata per secoli un punto di approvvigionamento idrico per generazioni di pisani.

L’obiettivo è quello di tornare a far zampillare acqua potabile nelle fontane alimentate dalle sorgenti del Monte Pisano grazie all’acquedotto mediceo. "Questa riattivazione - sottolinea il sindaco, Michele Conti – ha un valore simbolico: dimostra la nostra attenzione verso il patrimonio monumentale pubblico, la cura dei particolari per una città che, nel post pandemia, vuole presentarsi più decorosa e accogliente. Una città legata all’acqua, non solo per lai Repubblica Marinara, per l’Arno, ma anche per l’acqua che arriva da Asciano attraverso un sistema di ingegneria idraulica di epoca medicea che segna ancora il territorio".

La riattivazione della fontana, prosegue Conti, "serve anche a sollecitare l’apertura dei cantieri per la messa in sicurezza e il restauro dell’acquedotto mediceo, per il quale il ministero dei Beni culturali ha già stanziato 3,2 milioni di euro, di cui 1,2 milioni destinati al tratto urbano". La Fontana del Gobbo fu eretta da Pietro Francavilla nel 1596 su disegno di Giambologna. Collocata ai piedi della statua di Cosimo I de’ Medici, deve il suo appellativo alla figura ricurva con sembianze umane che rivolge lo sguardo alla pila a forma di conchiglia sorretta da un mostro marino con gambe di uomo, pinne di pesce e testa di granchio.

La coppia statua-fontana celebrava chiaramente i tentativi di approvvigionamento dell’acqua per la città, definitivamente conquistati grazie all’acquedotto commissionato dallo stesso Ferdinando I. Il progetto "Pisa città d’Acqua" vuole coinvolgere i giovani in un percorso di informazione e sensibilizzazione anche per la riduzione della produzione dei rifiuti. "La riattivazione della fontana – spiega infatti l’assessore all’Ambiente, Filippo Bedini – può servire ad esempio a molti giovani e turisti che possono utilizzarla per riempire le loro borracce risparmiando così nel tempo quintali di bottiglie e bottigliette di plastica. Inoltre, il progetto può diventare nel tempo un appuntamento costante di formazione, realizzando visite guidate e percorsi didattici destinati agli alunni delle scuole cittadini. Questa operazione è importante sia dal punto di vista ambientale che culturale, per affermare concretamente quanto l’acqua sia un bene comune, intorno a cui ruota la vita delle città come Pisa, che hanno la fortuna di avere un corso d’acqua fondamentale, ma anche abbondanza di acqua buona come quella delle sorgenti del monte pisano".

Secondo il presidente di Acque, Giuseppe Sardu, "iniziative rispecchia perfettamente il nostro impegno quotidiano cercando di portare avanti nella valorizzazione della risorsa idrica e del territorio in cui è inserita".