
La messa in scena de ‘La Verità’ di Pirandello e il piano di Doady Giuliano, tra i pavimenti d’autore
Teatro e musica nella "hall" d’arte della ditta ‘Maro Cristiani. Pavimenti d’Autore’. Secondo una consolidata tradizione vi è stato ospitato uno spettacolo, questa volta però non musicale ma di prosa. La musica, quasi casualmente, si è aggiunta, come vedremo, alla fine dell’interpretazione della "novella in palcoscenico" – così l’ha definita la regista Rita Caruso – "La Verità". Come è noto si tratta di una famosa novella di Luigi Pirandello nella quale l’autore teorizza uno dei cardini del suo pensiero morale: non esiste la "vera verità" ma soltanto una ‘verità soggettiva’ che diventa di parziale in ogni frangente delle vicende umane ("Io sono colei che mi si crede"). A interpretare l’atto unico gli attori dell’Associazione culturale "San Francesco" che fanno parte del Gruppo "Alpha Teatro". Gli otto personaggi – ognuno interprete della sua verità – si sono avvicendati sul palco anche se i ruoli dell’avvocato, interpretato da Vincenzo Abbruscato, e dell’uxoricida (Antonio Famularo) sono stati preminenti. Gli altri interpreti: Ado Rognini (il presidente del tribunale), Calogero Giordano (il cancelliere) e le quattro testimoni: Mimma Pavone, Grazia Ceccanti, Anna Faggiani, Rosetta Suraci. A spettacolo concluso, e giustamente applaudito dal folto pubblico, c’è stata la sorpresa musicale. È accaduto allorché al piano si è seduto Doady Giugliano a tutti noto come un ottimo musicista. Una canzone tira l’altra e ne è scaturito un concerto che ha entusiasmato i presenti, a partire dai protagonisti della novella appena recitata, tutti finalmente concordi su una "vera verità": la bravura del pianista.
r.c.