LAURA MARTINI
Cronaca

Sul sentiero spunta un manufatto preistorico

Nico Mazzantini trova antichissima pietra scheggiata a mano mentre cammina nei boschi di San Giuliano: "Un racconto da un lontano passato"

di Laura Martini

Una pietra bifacciale, ovvero (con buona probabilità) un utensile di pietra lavorato dall’uomo in epoca preistorica. Un oggetto, in quei tempi tanto remoti, di uso comune in grado di sostenere le primitive attività quotidiane: dissotterrare radici, tagliare e lavorare pelli e perfino spezzare le ossa degli animali. Il nostro Monte Pisano sa sempre stupirci e raccontarci storie nuove, che talvolta possono essere celate in cose apparentemente insignificanti come potrebbe essere un sasso lungo un sentiero, al quale inavvertitamente diamo un calcio passeggiando. Ma chi ha occhi attenti e spirito di esplorazione sa come non farsi sfuggire questi dettagli.

E questo è ciò che è successo a Nico Mazzantini, di Vicopisano, che tempo fa si trovava a camminare sul versante del Monte che scende verso San Giuliano. "Ho visto una pietra che mi ha incuriosito – racconta Mazzantini – non era come le altre: aveva delle sfaccettature che non sembravano naturali, ma piuttosto fatte a mano. Mi sembrava qualcosa di strano e interessante". Il ’sasso’ – della grandezza di un pugno – ricordava, per chi è appassionato di antichità e in particolar modo delle età più antiche, uno dei primi manufatti che nella preistoria hanno aiutato l’uomo a evolversi.

Dopo tutto Pisa è terra dalle radici profonde. Nel 1994 la scoperta tumulo del Principe etrusco a Gagno, qualche anno più tardi il ritrovamento delle palafitte di un villaggio dell’età del bronzo sotto piazza Vittorio Emanuele. In questo caso però le lancette della storia sembrano tornare ancor più indietro. "La curiosità era tanta e non mi sono limitato a fare delle supposizioni – aggiunge –. Mi sono segnato il punto preciso in cui l’ho trovato e ho contattato la soprintendenza di Pisa". Anche il Monte Pisano ha una lunga storia che, come ci ricorda anche l’interessante museo di storia naturale dell’Università di Pisa che si trova alla Certosa di Calci, attraversa i secoli e arriva fino agli albori della vita sulla Terra. "La mia segnalazione ha fatto sì che degli archeologi andassero ad analizzare il pezzo ritrovato, risultato davvero un qualcosa di più interessante di una semplice pietra, e in particolar modo il luogo dove si trovava – racconta Mazzantini, che è appassionato di storia e del Monte Pisano – questo è servito per capire se è un pezzo che può localizzare un sito archeologico più importante o se è finito lì per un qualsiasi altro motivo, magari cadendo lungo il monte o portato da qualcuno in tempi anche remoti".

"Per ora pare sia stata esclusa l’ipotesi che la pietra faccia parte di un sito più ampio, ma è stata inviata all’università di Firenze, dove faranno ulteriori analisi che possano fornire maggiori informazioni, come il periodo da cui proviene – conclude Mazzantini – sono molto curioso di sapere l’esito e spero di aver trovato qualcosa che possa raccontarci di più della storia del Monte Pisano. Di sicuro continuerò a girare i miei monti in cerca di tesori storici da condividere e mai da tenere".