"Stufi dei rimpalli di competenze"

I marinesi insorgono dopo l'ennesima mareggiata che ha travolto strade e case. Protestano per la gestione inadeguata dell'allerta meteo e per il mancato avvio del maxi-cantiere annunciato. Chiedono interventi urgenti per mettere in sicurezza il lungomare.

"Questo scempio deve finire, basta chiacchiere e promesse. Il lungomare va messo in sicurezza". I marinesi insorgono dopo l’ennesima mareggiata che ha travolto piazze e strade, dalla litoranea fino a via Maiorca. La ghiaia si è rovesciata sull’asfalto, il mare ha tracimato trasformando le strade in fiumi, allagando case, fondi e cantine. "Perché nessuno interviene? Di chi è la competenza? Dove sono i soldi per ‘salvare’ Marina?": rabbia e domande che pretendono una risposta. Due i fronti della protesta: la gestione inadeguata dell’allerta meteo e il mancato avvio del maxi-cantiere che il governatore Eugenio Giani aveva annunciato a gennaio 2021, all’indomani di un’altra pesante mareggiata. "Non è vero che sul posto era presente la protezione civile, che l’allerta è stata monitorata – tuona Doriana Poli del bar Zenit sul lungomare, appena inaugurato dopo il restyling e subito allagato – La Protezione civile è arrivata sul posto molto dopo. Io stessa ho chiesto i sacchini e nessuno me li ha portati, i tombini li abbiamo stasati noi a mano". E così ha fatto anche Nadia Gambini, insieme ad altri residenti indossando gli stivali e armandosi di strumenti vari. "L’acqua di mare stava entrando nelle case – conferma Elena Giurlani, residente di via Moriconi – siamo stati noi, munendoci di attrezzi di fortuna, ad aprire le griglie dei tombini. Quello che più mi ha scioccato è che in un’ora e mezzo che siamo stati lì a cercare di evitare il peggio, non si sia presentato nessuno ad aiutarci, né forze dell’ordine né tecnici né politici, che sono arrivati quando era tutto già sotto controllo". "Non è questione solo del tratto di lungomare dove non sono stati conclusi i lavori alla cella 1 – rincara la dose Simona Rindi - l’acqua ha tracimato ovunque. È arrivata fino a via Maiorca, ha travolto piazza Viviani, piazza Sardegna e piazza Gorgona… la zona del porto è diventata un lago. Quello che deve essere chiaro è che sta cedendo tutto il sistema di difesa anti-erosione, cosa pericolosissima". Duro anche Yuri Bianchi: "Sono stufo dei rimpalli di competenze, chi può intervenire lo faccia. E credo che sia finito il tempo di pensare agli alberelli, alle panchine, a discutere se chiudere o no il lungomare. Se prima non viene realizzata un’opera definitiva di messa in sicurezza è tutto inutile. Dighe, progetti, stanziamenti: dove sono finiti?".

Francesca Bianchi