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Cronaca

Pescano al largo di Marina di Pisa e si imbattono in uno squalo mako

È capitato a due amici, pescatori amatoriali, che hanno raccontato la loro avventura. Ma l’esperto rassicura: “Non è un animale pericoloso”

Pescano al largo di Marina di Pisa e si imbattono in uno squalo mako

Pisa, 16 giugno 2025 – Quella che doveva essere una normale battuta di pesca al tonno si è trasformata in qualcosa di decisamente fuori dall’ordinario. “Mai ci saremmo aspettati di imbatterci in uno squalo mako”, raccontano Marzio Manfredini e Fabio Posarelli, due amici, pescatori amatoriali. Sabato scorso, come fanno spesso quando c’è bel tempo, Marzio e Fabio sono salpati dal porto di Marina di Pisa a bordo della barca di Manfredini. “Eravamo partiti alle otto – racconta Manfredini – e intorno alle undici ci trovavamo a circa 15 miglia dalla costa, ad una profondità di 100 metri. Avevamo calato quattro canne per pescare i tonni; quando una di queste ha cominciato a muoversi in modo strano ci siamo insospettiti”. Manfredini ha provato a recuperare la lenza, ma si è subito accorto che all’amo si era attaccato proprio uno squalo mako. “Era lungo un metro e venti – prosegue Fabio -. Abbiamo iniziato a filmare perché mai ci era capitato di imbatterci in uno squalo simile”. Lo squalo è rimasto attaccato all’amo per un quarto d’ora. 15 minuti che ai due amici sono apparsi interminabili.

Fortunatamente, poi, lo squalo si è liberato da solo. “Con una rotazione violenta – spiega – è riuscito a tagliare i fili della lenza che gli erano finiti tra i denti. Ha fatto una giravolta fortissima e si è allontanato. Se fossimo riusciti a tirarlo su, sarebbe stato complicato e rischioso rimuovere l’amo dalla bocca. Siamo pescatori amatoriali, non professionisti. E davanti a un predatore così non puoi improvvisare”. “Ci siamo un po’ spaventati, è inutile negarlo – ammette Manfredini –. Non dimenticheremo mai quei momenti”.

Lo squalo mako a Marina di Pisa
Lo squalo mako a Marina di Pisa

Ma Stefano Cannicci, docente ordinario di Zoologia all’università di Firenze, esperto di biologia marina tropicale, tranquillizza: “E’ vero che un mako al largo delle coste toscane è una presenza inusuale, ma si tratta di un animale non pericoloso per l’uomo, perché non si avvicina mai alla costa”. “Ormai - prosegue il docente, - le nostre acque sono terribilmente calde. Basti pensare che già adesso siamo a temperature più tipiche di agosto che di giugno”. Un effetto del cambiamento climatico è proprio la “tropicalizzazione del Mediterraneo”, che fa sì che possano essere avvistate delle specie che, in passato, mai e poi mai avrebbero nuotato al largo delle nostre coste. È il caso del mako, animale che dovrebbe “viaggiare lungo la fascia inter-tropicale degli oceani”.

“Sono squali che nuotano molto velocemente, che non stanno mai fermi e che sono sempre in caccia - prosegue il professore -. Vengono solitamente pescati dalle navi veloci. Non sono pericolosi per i bagnanti, dato che non si avvicinano mai alla costa, e neppure per i pescatori. Un mako non attaccherebbe mai un peschereccio. E, poi, non ha una bocca tale da poter inghiottire una persona. Pertanto, nessun allarme. Ma bene hanno fatto i pescatori a segnalare la presenza. Dal punto di vista scientifico, hanno fornito un’informazione interessante”.