
Sicurezza, il Pd attacca il Comune "Baby gang e bullismo? Troppi errori"
"Le azioni delle politiche educative di questa amministrazione su questo fronte sono state totalmente carenti e la presunzione di pensare di poter contrastare il fenomeno del bullismo e delle baby gang, che coinvolge età fragili, unicamente attraverso l’assessorato alla sicurezza, è una visione sbagliata". Lo afferma Maria Antonietta Scognamiglio, consigliera comunale del Pd e vicepresidente della seconda commissione permanente, criticando la bocciatura della mozione da parte dell’assemblea cittadina che chiedeva alla Giunta di promuovere un protocollo d’intesa tra Comune, Provincia, forze dell’ordine, Società della Salute, scuole, associazioni del terzo settore e sportive per prevenire i fenomeni di bullismo e baby gang, che, aggiunge la consigliera, "sono purtroppo in netta crescita tra gli adolescenti della nostra città".
"Nonostante la Lega in commissione Politiche sociali avesse dato la disponibilità ad elaborare un atto di indirizzo in questa direzione - ha spiegato Scognamiglio - in modo da mettere in relazione funzioni educative, sociali, sanitarie, di tutela e sviluppo del benessere della salute dei ragazzi dentro e fuori la scuola, il giorno della votazione dell’atto il presidente e i 4 consiglieri non si sono presentati ed è mancato il numero legale per approvarlo. Ho dunque dovuto presentare una mozione urgente che potesse essere votata nell’ultimo consiglio comunale utile prima delle elezioni ma la maggioranza ha fatto nuovamente mancare il numero legale. E purtroppo l’atto non è passato. Mi lascia, inoltre, senza parole l’unico voto contrario del presidente della commissione Marcello Lazzeri, che aveva dato inizio ai lavori del documento, nel suo ruolo di garanzia, e invece non solo ha fatto un passo indietro, ma ha anche votato contro".
Secondo la consigliera dem quella del centrodestra è "una scelta è molto grave e chiedo che i consiglieri della maggioranza spieghino ai cittadini quali sono i motivi di contrarietà a questa mozione". "Il Comune - ha concluso - avrebbe potuto mettere in campo azioni condivise da parte di soggetti che si occupano di salute, educazione e formazione per prevenire episodi di violenza che hanno coinvolto gli studenti delle scuole cittadine, monitorando il fenomeno, sia in ambito scolastico, sia nei luoghi di ritrovo dei giovani e lavorando in un’ottica di prevenzione. Invece si è preferito ragionare in un’ottica esclusivamente repressiva".