Settembre 1920. I 12 bimbi in fuga dal terremoto

Cascine Nuove ospitò gli sfollati della Garfagniana

La vicenda dei dodici adolescenti portati con i barconi dall’Africa all’Italia, e ora ospitati alle Cascine Nuove di San Rossore, consente di rievocare un evento che vide tredici bambini ospitati a San Rossore dalla regina Elena di Savoia a seguito del terribile terremoto della Garfagnana che il 7 settembre del 1920 provocò 171 vittime. Il terremoto fu avvertito in una vasta area. A Calcinaia provocò un morto e alcuni feriti mentre nel centro di Pisa molti vetri delle abitazioni andarono in frantumi. In questo frangente altamente drammatico si distinse la regina Elena che aveva una particolare sensibilità verso l’infanzia come già aveva dimostrato in occasione del terremoto di Messina del 1908 ospitando quaranta bambini nel palazzo del Quirinale. Come ogni anno, nel mese di settembre, la regina era solita trasferirsi da San Rossore a Sant’Anna di Valdieri, in Piemonte, dove si sarebbe trattenuta per tre settimane prima di trascorrere ulteriori quindici giorni nel castello di Racconigi a lei molto caro per avervi partorito nel 1904 l’unico figlio maschio, l’erede al trono Umberto. Non appena ebbe notizia di quanto era accaduto in Garfagnana dette disposizione perché una dozzina di bambini fossero accolti a San Rossore. E così fu fatto. Fra i piccoli ospiti c’era anche il padre di Giuseppe Lucchesi, l’autore dello straordinario "Almanacco Pisano". E Lucchesi, oggi scomparso, amava ricordare quanto suo padre gli aveva sempre raccontato.

"Lui aveva 13 anni ma aveva un fisico minuto e sembrava non ne avesse più di dieci. Le loro camere erano al Gombo, nell’edificio posto al di là della strada rispetto allo chalet reale. Era un settembre soleggiato e al mattino veniva consentito ai bambini di recarsi al mare, accompagnati sempre da due giovani guardiacaccia, esperti di nuoto. Di quei due bagnini improvvisati mio padre non aveva mai dimenticato i nomi: Umberto Piva e Milziade Siri, così come ricordava ancora il nome della maestra di San Rossore che al pomeriggio dedicava ai piccoli ospiti un paio d’ore. Si chiamava Evelina Giovannelli". La ‘vacanza’ al Gombo durò circa due mesi. Oggi sul futuro dei dodici adolescenti di San Rossore, provenienti da Paesi diversi, addirittura da un altro continente, lontani dalle loro famiglie, c’è una grande incertezza. In quanto ai tredici bambini che nel 1920 furono ospitati dalla regina Elena ebbero destini diversi: alcuni tornarono alle famiglie di origine in Garfagnana, altri trovarono ospitalità ed impararono anche un mestiere alla Qualquonia che era uno dei più antichi istituti per l’assistenza all’infanzia. Molti pisani lo ricordano ancora bene.

Renzo Castelli