"Servono più rinnovabili per salvare il pianeta"

Patrizio Bianchi e Paolo Arrigoni promuovono le energie rinnovabili come chiave per la sostenibilità e la riduzione dei consumi, sottolineando i benefici ambientali, economici e sociali delle comunità energetiche.

"Servono più rinnovabili per salvare il pianeta"

"Servono più rinnovabili per salvare il pianeta"

"Puntare sulle energie rinnovabili come nuova frontiera della sostenibilità, per consumare meno e vivere meglio". E’ questo il messaggio lanciato ieri da Patrizio Bianchi, portavoce della Rete delle Cattedre UNESCO Italiane (ReCui) in occasione della conferenza internazionale "Le Comunità energetiche sostenibili: un’autarchia necessaria al pianeta?", organizzata dall’Università di Pisa in collaborazione con la ReCui, in vista del G7 "Clima, Energia, Ambiente" che sarà ospitato dal 26 al 28 aprile presso la Reggia Venaria di Torino. "Le energie rinnovabili servono all’ambiente e alla pace e puntare su di esse, sulla generazione distribuita, sulla autosufficienza energetica crea le condizioni per un modello economico più equo, che evita i conflitti e i danni alla biosfera e all’umanità" dichiarano i partecipanti alla conferenza nel messaggio inviato al G7, invitando la politica a "intensificare gli sforzi nel campo della ricerca, dell’istruzione e della formazione, perseguendo l’obiettivo di preservare l’ambiente e favorire uno sviluppo sostenibile".

Presente all’evento anche Paolo Arrigoni, presidente del GSE (Gestore dei servizi energetici), che ha ribadito come "per contrastare il cambiamento climatico serva il coinvolgimento di tutta la società civile. E’ importante diffondere una cultura della sostenibilità che possa stimolare la cittadinanza ad essere protagonista della transizione energetica del paese, per un uso più consapevole ed efficiente dell’energia". Dal 2020 il GSE è soggetto gestore delle comunità energetiche rinnovabili, aggregazioni di cittadini, piccole e medie imprese, pubbliche amministrazioni che uniscono le proprie forze e si impegnano nella realizzazione di uno o più impianti a fonti rinnovabili, mantenendo lo stesso fornitore di energia. "I benefici che se ne ricavano non sono solo ambientali, grazie alla riduzione di emissioni di CO2 e al contributo significativo dato alla decarbonizzazione del pianeta, - continua Arrigoni - ma anche economici e sociali. La produzione di energia del nuovo impianto a fonte rinnovabile viene distribuita infatti nella rete e autoconsumata dagli altri soggetti, tutti afferenti alla stessa catena primaria, consentendo alla comunità energetica di percepire una tariffa premio incentivante. Questa tariffa premio, distribuita tra gli enti partecipanti, permette di ridurre le bollette".

Stefania Tavella