REDAZIONE PISA

Scritte, simboli e sfottò I monumenti imbrattati Dalla Torre del Campano a piazza Vettovaglie

Spuntano di notte e rovinano gli edifici emblematici della nostra città

Scritte, simboli e sfottò I monumenti imbrattati Dalla Torre del Campano a piazza Vettovaglie

Dicono "impara l’arte e mettila da parte": passeggiando per le vie di Pisa sono sempre di più le opere e gli edifici vandalizzati. Ultima protagonista la Torre, che lo scorso 7 agosto è stata nuovamente sfregiata da una turista 19enne francese: la giovane ha inciso su una delle colonne un cuore con due lettere al suo interno, utilizzando un bracciale a serpentina. Il nostro tour, alla ricerca dei punti della città più bersagliati dalle bombolette spray e dai pennarelli, è iniziato alla Chiesa di San Martino, che ha alle sue spalle più di 1000 anni di storia. Seppur più e più volte la chiesa sia stata sottoposta a interventi di pulizia delle scritte e dei graffiti disegnatoci, lungo la facciata laterale dell’edificio religioso rimangono ancora ben visibili i segni scuri dell’inchiostro. Ed è nelle traverse di Corso Italia che si riescono a notare alcuni offertori, peculiarità delle città più storiche come Pisa, anch’essi sfregiati: sotto quello della società san Vincenzo de Paoli, posto sulla strada che porta a Piazza della Pera compare la scritta "Dio Esiste", seguita da cuori sbiaditi. Tra i monumenti danneggiati in centro compaiono anche le Logge dei Banchi e il Ponte di mezzo, i più trafficati dai turisti ed entrambi coperti da scritte poco comprensibili sempre di color nero. Basta poi attraversare l’Arno e arrivare nella storica piazza delle Vettovaglie per notare un infelice intervento (l’ennesimo) sul caratteristico loggiato: sotto un’immagine della Madonna, una scritta color blu "Fuck War" seguita da un cuore spezzato da un missile. "Manifestazioni di questo tipo, anche se contro la guerra, sicuramente non attirano simpatia", commenta Riccardo Buscemi, assessore alle Politiche educative.

Pochi metri più in là, alla medievale Torre del Campano – chiamata così perché all’interno della torre si trova appunto una campana, che suonando scandiva le ore di studio degli studenti della vicina Sapienza - sotto l’epigrafe che ricorda la storia dell’edificio si trovano alcuni manifesti di propaganda, appesi sopra il muro già sfregiato da varie scritte. Il nostro triste tour si conclude proprio al palazzo della Sapienza, fondato in età rinascimentale e simbolo dell’Ateneo pisano, dove vari graffiti di colore scuro imbrattano il principale ingresso dell’edificio.

Giulia De Ieso