
Due scatti della manifestazione in città
Alta partecipazione allo sciopero generale indetto contro la manovra del governo e proclamato da Cgil e Uil. Secondo i dati diffusi dalla Cgil, in provincia di Pisa, le adesioni hanno toccato "punte significative" nei diversi settori. Tra le aziende metalmeccaniche, fa sapere il sindacato, spiccano Asso con un tasso di adesione del 95%, Dumarey (90%) e Piaggio (60%). Nel settore degli appalti, Team Service e Snam Lazio Sud, presso l’Università di Pisa, registrano adesioni al 90%. Nel comparto farmaceutico, oltre il 90% dei lavoratori di Farmigea ha aderito, mentre Abiogen si attesta sopra il 40%.
Sempre secondo i dati forniti dalla Cgil di Pisa, la componentistica non metalmeccanica ha fatto segnare un’adesione superiore al 40% alla Sole di Pontedera. Nel settore calzaturiero si registra una partecipazione superiore all’80%, mentre il conciario si ferma sopra il 60%. Nel commercio e grande distribuzione, le percentuali variano: Icts (75%), Lidl (65%), Unicoop FI e Cooplat (entrambe al 60%). Elevata anche la partecipazione nella logistica: FedEx Tnt raggiunge il 100%, mentre Aeroporto (80%), Amazon Driver (50%), Centro Freschi Unicoop e BRT Facchini si attestano al 60%. Infine, forte adesione al Teatro Verdi di Pisa (90%), forestali (90%) e aziende agricole (95%).
Soddisfatto il segretario generale della Cgil di Pisa, Alessandro Gasparri: "Dalla nostra regione parte un messaggio forte verso l’esecutivo: più giustizia sociale o le mobilitazioni proseguiranno". Nella mattinata di ieri, inoltre, sono scese in piazza oltre 1500 persone tra studenti e lavoratori precari, che hanno sfilato in un corteo promosso dai collettivi studenteschi "contro tagli, guerre e precariato". Mentre i sindacati confederali erano alla manifestazione regionale a Firenze.
La manifestazione ha mandato in tilt per alcune ore il traffico. Una grande scritta "No Ddl Bernini" è comparsa sulla banchina del Lungarno Mediceo, mentre un altro graffito con la scritta "Repressione" è stato fatto in via San Frediano, dove a febbraio scorso si verificarono le manganellate agli studenti pro-Pal. "La riforma – ha denunciato Bruna dottoranda alla Scuola Normale -, rende ancora più difficile il percorso per arrivare a un contratto vero, con assegni di ricerca sempre più brevi, sottopagati e senza garanzie".