
Sciopero del pasto all’ospedale: staffetta fra centinaia medici e infermieri pisani
Un cartello con su scritto #digiunopergaza, davanti all’ospedale di Cisanello ma anche altre sedi della città, e una pausa pranzo saltata fuori dall’ingresso. È la staffetta simbolica organizzata da un gruppo di operatori sanitari di Pisa contro il genocidio palestinese, un’iniziativa che chiama a raccolta anche altri colleghi del Servizio sanitario toscano per "non restare in silenzio di fronte alla tragedia di Gaza". La staffetta è partita ieri e coinvolge già "oltre 40 sedi ospedaliere e territoriali, distretti sanitari, pronto soccorso, uffici amministrativi per protestare contro il genocidio in corso a Gaza", spiegano gli organizzatori in un appello sottoscritto via Whatsapp "da centinaia di operatori". Secondo quanto riferito, la chat, avviata da un gruppo di operatori pisani, ha rapidamente coinvolto altre Asl e aziende ospedaliere della regione: "In meno di tre giorni (il gruppo è stato costituito venerdì scorso ndr.), sono già 577 le persone che hanno aderito e quasi 200 hanno già programmato giorno e ora del digiuno".
Ieri i social hanno iniziato a popolarsi con le immagini di chi ha preso parte all’iniziativa simbolica di protesta pacifica, che arriva dopo i ripetuti appelli contro la grave emergenza alimentare in atto nella Striscia. "Non possiamo restare in silenzio di fronte alla tragedia di Gaza, dove, dopo 21 mesi di guerra e oltre 60 mila vittime, tra cui moltissimi bambini, adesso si muore di fame", si legge nell’appello. "Il governo di Israele sta affamando deliberatamente un intero popolo. Ci opponiamo a questa barbarie con i nostri corpi e il nostro volto. Digiunare è un modo per richiamare l’attenzione della comunità, dei media e delle istituzioni, mettendo in gioco il proprio corpo". "Si tratta di un’iniziativa dal basso e autorganizzata – spiegano i promotori – un’azione che impegna a livello personale, che non si svolge in orario di lavoro, che non ostacola gli utenti e, soprattutto, rappresenta un gesto di testimonianza civile e umana contro un massacro a cui non possiamo rimanere indifferenti".
EMDP