Salvetti fa il bis. Riconferma super 37mila preferenze

Livorno mette in un angolo il centrodestra

di Michela Berti

LIVORNO

L’hanno visto arrivare, circondato da una folla di livornesi che gridava "Luca, Luca". Dal suo quartier generale, in via Marradi, il sindaco uscente Luca Salvetti ha attraversato il centro città per ringraziare tutti i livornesi – e trentasettemila sono davvero tanti – che gli hanno fatto incassare il bis. E che bis! Al primo turno, secco: 51,7% quando mancava una sezione. Un risultato che solo qualche sondaggio, in verità mai depositato, aveva previsto. Salvetti ce l’ha fatta al primo turno e non era facile. Non era facile, per niente. Perché il vento della destra di Giorgia Meloni soffia forte; perché a sinistra c’era Lorenzo Cosimi, candidato del Partito Comunista e soprattutto c’era il Primo Polo che ha impressionato con quelle sei liste che hanno gonfiato molto i tabelloni elettorali e poco il risultato della candidata sfidante Valentina Barale, ferma al 18 virgola. Non era facile, e Salvetti lo sapeva bene ma da giornalista televisivo quale è stato, prima di buttarsi in politica, quel microfono in mano lui lo sa tenere. Come sapeva bene che il suo vero avversario era quel caratterino, un po’ spigoloso, che in cinque anni di legislatura, a volte, gli ha fatto perdere lo sciabolino (si dice nella città che ospita quell’Accademia Navale dove lo sciabolino rappresenta la finezza).

Ma, domato il piglio, con la sicurezza che Livorno è la sua città, Salvetti ha preso il largo, sin dalle prime sezioni scrutinate, lasciando il candidato di centrodestra Alessandro Guarducci al 22%. Un centrodestra livornese che ha mostrato ancora una volta grandi limiti, troppo diviso da lotte intestine, con Fratelli d’Italia addirittura commissariato; centrodestra incapace di sostenere quel candidato civico scelto proprio per contrastare il civismo di Salvetti. Ma il misero 4% della lista che porta il nome di Guarducci ha confermato tutta la debolezza di uno sfidante piovuto dall’alto, che non è riuscito ad unire le tre anime della destra labronica orfana anche di quella Costanza Vaccaro che ha preferito salire sul carro di Stefano Bandecchi incassando 3mila voti. Fanalino di coda, con poco più di 300 voti, si è piazzato il dottor Giovanni Pezone. Candidatura di bandiera la sua, ma a lui va bene così.