
Questo non è un bel film: "Ho visto quei video e ho subito pensato: ragazzi bullizzati"
I tempi che cambiano e una diversa sensibilità nel modo in cui alcuni fatti di violenza vengono recepiti al giorno d’oggi. Roan Johnson, regista de "I delitti del BarLume" su Sky e, prima ancora de "I primi della lista" del 2011, commenta i fatti di Pisa di venerdì 23 febbraio offrendo più di uno spunto.
Johnson, è possibile fare secondo lei un parallelismo tra gli anni della contestazione giovanile de "I primi della lista" e oggi? Cosa è cambiato?
"Io non farei parallelismi o somiglianze che potrebbero sviare dalla situazione attuale. Penso che la mia generazione e quella del ’68 non debbano fare l’errore di vedere con occhi con i quali si è abituati a vedere le lotte politiche e studentesche. Bisogna far ragionare e parlare i ragazzi di oggi che guardano con più attinenza al mondo contemporaneo".
Cosa pensa dei fatti di Pisa di venerdì scorso?
"Sono dei fatti gravissimi, ma bisogna fare un distinguo. Sono accadute anche cose peggiori in tempi relativamente recenti. Ad esempio il G8 di Genova, Bolzaneto, la Diaz. Rispetto a questi fatti quel che è successo qualche giorno fa è quasi una barzelletta, però qualcosa è cambiato in meglio".
Ovvero?
"C’è una diversa sensibilità, per cui anche un fatto più "piccolo" diventa qualcosa da fermare sul nascere e denunciare, stigmatizzare in tutti i modi. La sensibilità è cambiata perché oggi ci si indigna con più forza, scatta un campanello d’allarme perché sappiamo che si può arriva a qualcosa di più grave".
Cos’ha provato guardando quei video?
"Ho pensato al bullismo. Oggi si fa tanto campagna contro il bullismo, ma a mio avviso la Polizia ha bullizzato quei ragazzi nel vero senso del termine, perché aveva una forza e l’ha usata con arroganza e prepotenza, senza evidente motivo per farlo. Ciò è ancora più grave perché è la Polizia che deve dare il senso della misura e della giustizia ai cittadini. Se la Polizia restituisce esempi come questo allora si può innescare un effetto a catena più grave a livello sociale e culturale".
Come si muoverebbe se dovesse realizzare un film su quanto accaduto?
"Non lo so sinceramente. Posso dire che forse, prima di tutto, andrei ad ascoltare i ragazzi, mi documenterei cercando di capire i loro sogni e le loro paure, ma sarei interessato anche al punto di vista delle forze dell’ordine. Sarebbe bello andare a investigare anche su quella che secondo me è una preoccupante rabbia repressa".
In pratica un lavoro giornalistico...
"Esatto... E poi le reazioni in piazza. Ho visto risentirsi una intera comunità, forse sarebbe il finale giusto".
Un risentimento generale a suo avviso?
"Non di tutti purtroppo. Mi è parsa ad esempio assurda la giustificazione secondo la quale si parlava di un possibile attacco alla Sinagoga o al cimitero ebraico. A quel punto si arriva alla farsa. Inoltre le dichiarazioni di Ziello e Ceccardi suonano quasi come un disco rotto. Troppo estreme da non sapere che sarebbero finite in rete per visualizzazioni e like. Così però hanno fatto un pessimo favore a loro stessi, un autogol politico e umano con dichiarazioni in stile Orban e destra trumpiana totalmente fuori contesto, non difendendo buon senso e la comunità che dovrebbero rappresentare".