FEDERICO CORTESI
Cronaca

Caso Ragusa: Logli verso l’abbreviato, lo chiederà in udienza

Fra sette giorni comparirà davanti al gup Iadaresta

Roberta Ragusa e Antonio Logli. La mamma di Gello di San Giuliano è scomparsa nel gennaio 2012

Pisa, 11 novembre 2016 - Tramite i suoi difensori - gli avvocati Roberto Cavani e Saverio Sergiampietri – Antonio Logli sembra intenzionato a chiedere il giudizio abbreviato. Un passo che dovrebbe fare - il condizionale è d’obbligo perchè fino a cosa fatta non ci può essere certezza - venerdì prossimo all’udienza preliminare-bis davanti al giudice Elsa Iadaresta, chiamata a decidere - quantomeno - sulla richiesta di rinvio a giudizio del marito di Roberta Ragusa (della quale non si ha traccia dalla notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, quando scomparve dalla sua abitazione a Gello di San Giuliano Terme) accusato dal pubblico ministero Aldo Mantovani (che in aula sarà affiancato dal procuratore capo Alessandro Crini) di aver volontariamente ucciso la moglie e di averne distrutto il cadavere.

La scelta, sofferta, di fare ricorso al rito abbreviato - per quanto si è potuto apprendere - sarebbe maturata negli ultimi giorni dopo che Padre Gratien Alabi è stato condannato dalla Corte di Assise di Arezzo a 27 anni per l’omicidio e la soppressione di cadavere di Guerrina Piscaglia, scomparsa il 1° maggio 2014. Ebbene anche il religioso è stato processato e poi condannato, in un caso di “presunto” omicidio, in quanto il cadavere della Piscaglia, non è mai stato ritrovato, esattamente come nel caso di Roberta Ragusa. La condanna del sacerdote congolese, rappresenta un precedente giurisprudenziale, che per la sua attualità e per gli elementi di similitudine, avrà sicuramente la sua influenza nel corso del procedimento contro Logli.

Per questo, i suoi legali stanno valutando la possibilità di eludere la giuria popolare. Nelle motivazioni per le quali la Cassazione ha annullato la sentenza in cui il gup Laghezza aveva prosciolto Logli, gli ‘ermellini’ praticamente ritengono indispensabile il rinvio a giudizio del marito di Roberta sul quale gravano pesanti indizi. E anche - e forse sopratutto - per evitare (almeno nel primo grado di giudizio) un processo davanti alla Corte di Assise (lo ricordiamo composta da due giudici togati e appunto sei popolari) che opterà per l’abbreviato. Oltretutto - e certamente non è cosa da poco - questo rito alternativo in caso di condanna da parte del giudice Iadaresta (che certamente non deciderebbe venerdì prossimo) gli farebbe evitare l’ergastolo e avrebbe la riduzione di un terzo della pena.