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Scuola, l'assegnazione delle cattedre: ad attendere una supplenza c'è anche l'assessore

Tanti docenti all'assegnazione, in un rito che si ripete ogni settembre. Ha partecipato anche un membro della Giunta

Scuola (immagine di archivio)

Pisa, 6 settembre 2014 - C'è chi alza  la mano, chi urla più forte per farsi sentire, c’è chi sbuffa perché non trova posto a sedere: siamo al mercato del pesce? No, siamo alle nomine delle supplenze annuali per l’anno scolastico 2014/15 nella provincia di Pisa, avvenute ieri mattina in un’aula dell’ Istituto Fermi di Pontedera. I dirigenti del provveditorato leggono le cattedre disponibili e pescano di volta in volta dalla graduatoria. A quel punto il «nominato» deve scegliere: se «tenersi» la carta o rinunciare sperando in qualcosa di meglio, magari un posto più vicino a casa o la materia per cui hai studiato tanti anni. Un gioco al rialzo che sfiora quasi il gioco al massacro, perché in uno scenario apocalittico da guerra fra poveri ben si addice il famoso mors tua vita mea.

«Sono precario da 7 anni — racconta Andrea Moneta — oggi spero di aggiudicarmi un’annualità. La mia materia sarebbe storia e filosofia ma ‘mi sostengo con il sostegno’. Mi spiego: le cattedre delle diverse materie sono rarissime, mentre quelle per il sostegno più frequenti. Insegnare sul sostegno diventa più una necessità che un’aspirazione». Le nomine, come ogni anno, arrivano all’ultimo minuto, appena dieci giorni prima dell’inizio della scuola e dopo che solo il 1° settembre sono arrivate le chiamate per i posti di ruolo. E anche su questo non mancano polemiche.

«L’organico di diritto per il sostegno della scuola secondaria di II grado è passato dai 99 posti dell’anno 2013/14 ai 105 posti per il nuovo anno, con 6 sole immissioni in ruolo, a fronte di un organico di fatto che supera le 170 unità. Perché?». A chiederselo è Pamela Mironti, 35 anni, precaria da 9 anni, ma con lei altri che hanno chiesto delucidazioni all’Ufficio scolastico della provincia con una lettera ufficiale.

«La difficoltà nel reperire le informazioni è angosciante — spiega Erica De Lorenzo — la presunta assunzione di massa di Renzi in realtà ci darebbe solo qualcosa che ci spetta di diritto: le nostre sono irregolarità contrattuali nell’utilizzo indiscriminato del tempo determinato sanzionate dall’Ue. Contratti rinnovati ogni anno per anni ed anni». E sono tanti i dubbi sulla nuova legge. «Assurda è la discrezionalità che viene affidata ai presidi nella valutazione del merito», spiega Carmela Calfapietro. Oltre alle comprensibili preoccupazioni per le ricadute personali, i docenti presenti non mancano di sottolineare le perplessità per quanto gravi tutto ciò sull’azione educativa.

«La discontinuità non può che danneggiare il percorso didattico — sottolinea amaramente Ilaria Vaglini, anche lei precaria dal 2005 — non si fa in tempo a conoscere gli studenti e le loro problematiche che l’anno scolastico è finito e dobbiamo aspettare una nuova convocazione». E nessuno si salva. Tra i presenti in aula anche l’assessore alla cultura di Pisa Dario Danti in attesa come gli altri di essere chiamato: «Tutto questo è denigrante per la nostra professionalità. Siamo in una bolgia dantesca».

Elisa Bani