
Il rettore Paolo Mancarella (al centro) durante la cerimonia
Pisa, 29 maggio 2018 - Ci sono ancora scale e materiale in giro per qualche stanza, ma è tornato a battere il cuore della Sapienza. In un giorno simbolo per la città e l’identità pisana. Era il 29 maggio quando chiuse, dopo il sisma in Emilia, era il 29 maggio quando i nostri studenti si sacrificarono a Curtatone e Montanara per l’indipendenza. «Partirono da qui, dal cuore del nostro ateneo, simbolo della libertà di pensiero, fondamentale per contrastare le derive alle quali assistiamo ogni giorno», le parole del rettore Paolo Mancarella. Le giovani menti, è soprattutto a loro che è tornato questo luogo, un’intera generazione si è laureata senza conoscerlo. «Finalmente ci siamo, la realizzazione è lodevole, chiediamo che ci sia anche uno spazio a disposizione per la goliardia, a Bologna è stata concessa una sede gratuita», chiede il magnus torrio Gianluca Gargini. «Onorato» di essere presente all’inaugurazione del Palazzo è Riccardo Cangelosi, presidente del consiglio degli studenti che ricorda anche l’impegno dei giovani «nella Liberazione». I tempi. Nei prossimi giorni, torneranno le attività quotidiane del dipartimento di Giurisprudenza, della Biblioteca giuridica e del Sistema bibliotecario di Ateneo. In autunno, in occasione dell’inizio del nuovo anno accademico, si terrà la vera inaugurazione. «I lavori – ricorda il protettore all’Edilizia, Walter Salvatore - sono andati avanti per più di due anni, con un costo complessivo di quasi 12 milioni. L’Università è stata molto determinata».
«Una ferita che si rimargina», riassume il vicesindaco Paolo Ghezzi davanti a tutte le autorità. «Rafforziamo il legame fra il mondo universitario e la città». Mentre l’ex rettore Massimo Augello chiede che sia una «giornata di festa. Anche se il Palazzo non è ancora a regime, è stato fatto un ottimo lavoro di squadra». Peccato, però, che non sia stata riaperta la Bup. «E’ stato deciso (il Mibact, ndr) di seguire all’epoca un percorso particolare e adesso scontano i ritardi. Ma non è il momento delle polemiche». A intervenire nuovamente sull’argomento è il professor Adriano Prosperi che ha seguito da vicino il caso. «Della biblioteca ancora si sa poco. Intanto il patrimonio è disperso e speriamo che ritorni. E’ stata così interrotta la funzione che la Bup ha avuto per molti anni, un punto di riferimento». E spera che non sia «museizzata» come accaduto altrove. «C’è la tendenza, visto che si può contare su internet, a conservare il passato, ma questo è un luogo dove di diritto deve confluire la pubblicistica che esce in Toscana, infatti era la seconda biblioteca della Regione. Leopardi si aggirava qui. E’ come riattaccare un arto in un corpo mutilato, l’ingegneria medica è in grado di farlo. Occorre riconoscere che questo è il cuore della città». Per il Mibact è stato presente Paolo Iannelli, ingegnere, in rappresentanza del segretario generale. «Anche la biblioteca tornerà a essere un polo con un ruolo fondamentale», dice. E Stefano Ghilardi (Amici di Pisa) ricorda di essersi «laureato qui. Sono innamorato di questo posto».