
Turisti in pose anche «particolari» sotto la Torre
di Ilaria Vallerini
Tutti in posa per la classica foto... “instagrammabile“. Che di classico ormai ha ben poco. Vetrine di visibilità, a volte sempre più estreme e provocatorie, ma inevitabilmente perfette. E’ il fenomeno “Instagram“ che fagocita contenuti pronti da condividere senza tener conto dell’impatto che può comportare. Specialmente quando è una meta specifica a diventare “instagrammabile“. Piazza dei Miracoli è da anni tra le "10 location italiane più fotografate su Instagram". Lo riporta il numero di luglio del National Geographic Magazine che affronta le sfide dell’overtourism, guidando il lettore alla scoperta delle soluzioni per bilanciare flussi turistici qualità della vita dei residenti. E dà un dato sorprendente: "il 70% delle presenze straniere si concentra sull’1% del territorio italiano" (rapporto The Data Appeal Company). In questa minima percentuale rientra anche l’iconica foto in cui il turista finge di sorreggere la Torre pendente. Un’illusione dentro all’illusione.
"Il fenomeno Instagram mostra come l’immagine della realtà sostituisce la realtà stessa. In altre parole, la rappresentazione prende il posto dell’esperienza vera, ecco perché scattare l’iconica foto alla Torre viene reputata un’esperienza più vera rispetto a contemplare il miracolo di una torre che pende ma non viene giù. Si tratta perciò della trasformazione della nostra esperienza che non è più globale e incarnata in tutti i nostri sensi ma piegata alla vista", spiega il professore ordinario di Etica della comunicazione dell’Università di Pisa, Adriano Fabris. E l’impatto sul territorio è una variabile da tenere sotto controllo: "I social hanno un’importante incidenza nella promozione dei luoghi turistici. Da unaparte è positivo, ma dall’altra richiede cautela e un’attenta gestione dei flussi (e, perciò, del cosiddetto overtourism concentrato in un’area). L’effetto Instagram induce le persone a visitare una meta per scattare una foto e non per vivere l’esperienza appieno. Un tipo di turismo che spesso non porta alcun beneficio economico alla città e che, a seconda dei numeri, può avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla qualità di vita dei residenti (un caso estremo è quello dell’influencer Rita De Crescenzo e Roccaraso). Dunque, come affrontare questo fenomeno? Educare al turismo più lento, consapevole e che premi tutti gli aspetti di una cultura vissuta in presenza. Come farlo? Mostrando attraverso varie campagne promozionali, e a Pisa questo tentativo è stato messo in campo da tempo, che un turismo diverso e esteso a tutto il territorio è possibile".