Piazza Viviani e il piano di restyling. Aumenterà il costo dei lavori per gli effetti delle mareggiate

A causa dei due eventi calamitosi, l’acqua di mare e i detriti hanno completamente invaso l’area di cantiere. L’intervento era stato affidato per un importo di 811.675 euro. Ne serviranno ulteriori 150mila .

Piazza Viviani e il piano di restyling. Aumenterà il costo dei lavori per gli effetti delle mareggiate

Piazza Viviani e il piano di restyling. Aumenterà il costo dei lavori per gli effetti delle mareggiate

A causa delle due mareggiate invernali e della necessità di una perizia supplementare, Piazza Viviani costerà 150mila euro in più. E’ questo un effetto indotto dalla grande quantità di acqua marina che si è infiltrata nel sottosuolo dove insiste il cantiere. E’ quanto emerge dalla relazione tecnica degli uffici lavori pubblici del Comune. La riqualificazione della piazza è stata affidata alla ditta per un importo di 811.675 euro. Durante il corso dei lavori è stata redatta una perizia di variante e suppletiva per risolvere alcuni aspetti di dettaglio che ha incrementato il contratto a 863.370. In relazione ai lavori in corso, il giorno 3 novembre si è verificata una fortissima mareggiata che ha prodotto notevoli danni alle opere realizzate che, dopo il ripristino da parte della ditta esecutrice, sono state nuovamente sommerse dalle acque per la mareggiata del 4 dicembre. A causa dei due eventi calamitosi, l’acqua di mare ed i detriti flottanti hanno completamente invaso l’area di cantiere. Per consentire la ripresa delle lavorazioni sono quindi stati rimossi i detriti e quantificati i danni che hanno richiesto due interventi da parte dell’esecutore ed hanno comportato una maggiore spesa di 103.913. I costi finali sono lievitati a quasi un milione di euro e cioè 967.284 euro. Le spiegazioni sono prettamente tecniche e cioè, con l’ingresso di elevate quantità d’acqua salata nella piazza si è reso necessario analizzare anche i sottofondi in terra delle parti dov’è previsto il tappeto erboso, che costituisce gran parte della superficie. Le analisi hanno confermato che a causa elevata percentuale di sale ed altri sedimenti trasportati dall’acqua di mare, i terreni non sono risultati idonei alla semina dei tappeti erbosi, così come previsti in appalto. Le analisi hanno anche confermato un sensibile incremento di salinità dei terreni oltre ad una elevata concentrazione di sostanze fini (limi ed argille), depositate nei primi centimetri dei substrati, rendendoli sterili alla semina. Sarà quindi necessario di provvedere alla rimozione di circa 10 centimetri di substrato, che rendono il sottofondo duro ed impermeabile. Come riportato dalla relazione dell’Agronomo incaricato, Prof. Marco Volterrani dell’Università di Pisa, si rende quindi necessario procedere alla rimozione dello spessore superficiale del terreno non idoneo, ed alla posa in opera, per lo stesso spessore di lapillo vulcanico in modo da creare uno strato drenante, quale substrato di attecchimento dell’erba. Utilizzando questo sottofondo risulta indispensabile sostituire la semina tradizionale che era prevista in appalto con la fornitura e posa in opera di prato in rotoli, della specie Paspalum Vaginatum.

Carlo Venturini