
L’incontro prima della partita
Una sottile lingua d’ombra corre lungo il perimetro della sala polivalente. I papà si riparano dal sole cocente del tocco. Gli sguardi sono impazienti e colmi d’emozione, superano la fitta trama di rete e filo spinato che divide in più parti il cortile esterno del penitenziario Don Bosco. Qualche minuto e il cancello viene aperto dalle guardie. Il tempo degli abbracci spezzati dietro alle sbarre si riavvolge. I bimbi lasciano la presa della madri e corrono tra le braccia degli uomini sciogliendo finalmente l’attesa. Come la bimba dal vestito bianco della festa e la gonna volant. Un ragazzo alza al cielo il suo bimbo, non smette di sorridere, lo riempie di baci.
Dopo di loro arriva il turno di due detenute che si uniscono al gruppo. In totale sono 14 detenuti-genitori ad aver partecipato all’iniziativa "La partita con mamma e papà" realizzata da Bambinisenzasbarre in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che quest’anno ha ricevuto anche il riconoscimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A Pisa, l’evento dedicato all’attenzione e al sostegno della genitoralità in carcere, è stato promosso e organizzato dal Comitato provinciale Ansmes, nella figura del suo presidente Michele D’Alascio, insieme al funzionario della Mediazione culturale della Casa circondariale Don Bosco, Loredana D’Avanzo. All’interno della sala polivalente c’è aria di festa: lo spettacolo di magia di Magic Joe intrattiene le famiglie. In fondo allo stanzone è stato allestito un buffet (realizzato grazie al sostegno della sezione Soci Coop e del Comitato regionale Asmes) dove viene servito anche il gelato artigianale realizzato da alcune detenute. Usciti nel campetto da calcio per qualche tiro col pallone, nonostante il caldo torrido, inizia la partita. Da una parte i genitori-detenuti, dall’altra i loro figli. A dirigere il match il tredicenne pisano Matteo Nieri, giovane promessa dell’arbitraggio. "Momenti come questo sono importanti per normalizzare questo luogo. Molto spesso queste stanze sono buie, oggi le abbiamo fatte brillare", ha detto la neo direttrice della Casa Circondariale Don Bosco, Alice Lazzarotto. "Al momento la popolazione carceraria è composta da 290 detenuti – ha spiegato -, con un’importante flessibilità dei numeri in entrata e in uscita. Soffriamo di un leggero sovraffollamento ma inferiore rispetto alla media nazionale. Per quanto riguarda la struttura stiamo intervenendo con progetti volti alla realizzazione di due nuove aree: la cucina per i detenuti e l’area dedicata alle lavorazioni".
"Quando sono entrata ero in fila dietro alle madri e ai figli che scalpitavano per entrare. Una partita di pallone diventa così un’occasione di ricongiunzione per le famiglie. E’ stato un giorno pieno di abbracci senza limiti né formalità dei colloqui. E’ un percorso difficile di marginalità per i detenuti ed eventi come questo sono luci che scandiscono il tempo", ha detto l’assessore Frida Scarpa. "E’ un’ iniziativa importante nell’ottica dell’inclusione e della tutela dei diritti dell’infanzia e che permette alle famiglie di ricongiungersi", ha concluso l’assessore Gabriella Porcaro. Arrivato il tempo di andare o "il tempo di scomparire", come dice qualcuno sottovoce, sciogliere gli abbracci è ancora più difficile. Ci si saluta e il cancello si richiude fino al prossimo incontro.