
Rendono visibili, gli invisibili. Ora sono loro a temere di sparire. In 13 rischiano il posto. In una multinazionale? No...
Rendono visibili, gli invisibili. Ora sono loro a temere di sparire. In 13 rischiano il posto. In una multinazionale? No nelle prefetture e nelle questure di Pisa e Livorno. Chiariamo subito il punto: la vertenza è nazionale e riguarda il Ministero dell’interno e la querelle giudiziaria con due agenzie di recruitment. Perché rendono visibili gli invisibili? "Sono lavoratori che si occupano del rilascio, rinnovo dei permessi di soggiorno, delle pratiche di emersione e regolarizzazione degli stranieri e gestiscono, attuano il decreto flussi. Sono un presidio di legalità. Sono lo sportello, il front office delle regolarizzazioni in tempi umani. Sono loro, loro un servizio essenziale e necessario e lo fanno in maniera precaria da ben 4 anni andando avanti a colpi di proroghe": dicono dalla Cgil-Nidil pisana e livornese.
"Due agenzie per il lavoro vincitrice della passata gara di appalto, si sono rivolte al Tar del Lazio per chiedere di dichiarare l’illegittimità della proroga tecnica, richiesta dal Ministero dell’ lnterno per dare continuità occupazionale alle lavoratrici e lavoratori somministrati, che sono essenziali nel rilascio dei permessi di soggiorno per cittadini stranieri": dice Damiana Fiamingo della segreteria generale Cgil-Nidil Pisa.
"Le Agenzie, che richiedono l’illegittimità formale della proroga , in realtà hanno promosso tale azione solo per ragioni economiche, scaricando tutte le conseguenze su lavoratrici e lavoratori. Le lavoratrici e lavoratori non possono essere trattati come meri strumenti di potenziale profitto": interviene Marco Ghezzani Cgil Livorno. Ida Venditti Cgil-Pisa ed Rsa aggiunge: "La nostra attività – argomenta – garantisce un servizio essenziale per il godimento dei diritti civili e sociali della persona straniera sul nostro territorio, è quindi un importante presidio di legalità, senza il quale i procedimenti amministrativi legati aII’ immigrazione avrebbero tempi inaccettabili per un paese civile".
"Sottolineiamo il paradosso per cui lo sciopero proclamato per il 23 Giugno non è stato autorizzato, riconoscendo quindi questo come un servizio pubblico essenziale" dice Michele Carrano sindacalista della Cgil-Nidil.
Carlo Venturini