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Giornata internazionale del gatto: "Adottare un micio cambia la vita"

La presidente dell’associazione. Gatti Mammoni: "Il randagismo. grave problema, sensibilizzare".

Erika Simi, presidente dell’associazione «Gatti Mammoni» di Pisa

Erika Simi, presidente dell’associazione «Gatti Mammoni» di Pisa

"Adottare un gatto è un gesto d’amore, cambia la vita di chi riceve ma anche di chi accoglie e permette a noi volontari di dedicarci meglio a chi rimane". Parla con passione Erika Simi, presidente dell’associazione Gatti Mammoni di Pisa, che nella Giornata Internazionale del Gatto vuole lanciare un messaggio chiaro: scegliere un’adozione consapevole può cambiare il destino di tanti animali. Attiva dal 2002, Gatti Mammoni è un’associazione di volontariato che gestisce il gattile privato ‘Cuore di Pirilla’, dove ogni giorno una decina di volontari, tra studenti universitari e pensionati, segue circa 115 gatti tra cui alcuni leucemici.

Erika Simi, il randagismo felino è un problema a Pisa? "Molto, e le colonie censite non rispecchiano la realtà. Consideri che negli ultimi quattro anni il numero di gatti che seguiamo è raddoppiato. Ogni giorno riceviamo una decina di segnalazioni: cucciolate abbandonate, randagi, rinunce di proprietà. E anche se non siamo attrezzati per le cucciolate, spesso ce ne occupiamo comunque".

Com’è la situazione-adozioni? "Gli adulti vanno a rilento: in un anno buono arriviamo a una quindicina. I cuccioli, invece, li teniamo in stallo e troviamo casa a 30-40 l’anno. Ma serve più sensibilizzazione: per questo vogliamo aprire sempre di più il nostro rifugio alla cittadinanza e dire: ‘Adottate un gatto’".

Perché adottare un micio dal gattile? "Perché i nostri gatti hanno una storia e noi li conosciamo bene. Hanno spesso vissuto traumi, ma quando ritrovano fiducia, diventano dolcissimi. E chi li adotta ci scrive: raccontano di gatti affettuosi, grati, trasformati. Un benessere reciproco, che un allevamento non potrà mai dare".

Cosa chiedete a chi vuole adottare? "Prima di tutto responsabilità. Il gatto deve stare in uno spazio sicuro, casa o giardino protetto. E chiediamo sempre di venire a conoscerlo, di creare un primo contatto: è lì che nasce il legame".

Ci sono situazioni in cui sconsigliate l’adozione? "Sì. Spesso ci contattano studenti che vivono con coinquilini e vogliono un gatto: in questi casi, consigliamo prima un’esperienza di volontariato. O chiedono un micio per tenere compagnia a un parente anziano: ma quando la persona muore, spesso il gatto torna indietro. È un trauma per tutti noi che ogni giorno portiamo avanti questa realtà che ci sta molto a cuore".

C’è un progetto a cui tiene particolarmente? "Quello dedicato ai gatti leucemici, per il quale ci contattano da tutta la Regione. Siamo riusciti a ritagliare per loro un ambiente sicuro e sereno e quando uno di loro viene adottato, come è successo due volte quest’anno, ci emozioniamo. È una delle cose che ci fa andare avanti".

Mario Ferrari