
Il sabbiodotto al Calambrone? "La scelta deve essere meglio valutata". È scritto in un corposo documento inviato dalla direzione ambiente ed energia della Regione, a fine marzo, al Ministero dell’ambiente. Il documento può essere interpretato come la "summa" delle osservazioni presentate da vari enti regionali dall’Arpat, al Parco di San Rossore, all’Iret sul mega progetto della Darsena Europa con il costo stimato di 520 milioni di euro. La corposa relazione di ben 59 pagine evidenzia una serie di criticità proprio sul sabbiodotto da realizzarsi per limitare l’erosione della costa pisana con ripascimento sabbioso.
"La scelta su questa opera di difesa costiera – si scrive nel documento - deve essere meglio valutata, considerando che al momento, il litorale di Calambrone è meno soggetto ad erosione rispetto alle spiagge poste immediatamente a nord e a sud della foce dell’Arno". Già dalle relazioni di Legambiente e del parco di San Rossore era inoltre emerso che le attività di messa in opera e di esercizio del sabbiodotto non potranno svolgersi durante la stagione balneare (1 maggio - 30 settembre) e che quelle di ripascimento vero e proprio non dovranno compromettere le attività di raccolta di molluschi bivalvi come le telline né di pesca artigianale. Il documento torna a chiedere precisazioni e maggiori dati sul sabbiodotto "pisano" scrivendo: "Considerato che le informazioni relative alla realizzazione del sabbiodotto sono presenti in modo contraddittorio nei diversi documenti presentati o trattate in modo alquanto approssimativo, si chiede al proponente la predisposizione di un progetto di dettaglio del sabbiodotto che rivaluti l’efficacia dell’opera rispetto alle finalità di lotta all’erosione". "ll sabbiodotto ormai notissimo – dichiara Tiziana Nadalutti della lista civica Una città in Comune -, presentato dai proponenti della Darsena come una mitigazione anzi, una compensazione, anzi, una modalità di gestione del litorale che dovrebbe permettere di evitarne l’erosione, è letteralmente "rivoltato come un calzino": come noi e più di noi i pareri degli enti regionali sottolineano la vaghezza della proposta, la non chiarezza dei suoi impatti, la non approfondita valutazione di alternative, la non automatica adeguatezza delle sabbie che dovrebbero essere utilizzate per il ripascimento delle spiagge, i possibili problemi di gestione".
Il documento apre anche un altro fronte sul tipo di sabbia da usare per il sabbiodotto e si legge "L’affermazione che le granulometrie dei sedimenti di foce risultano "pienamente confrontabili e compatibili con quelle presenti sul fondale di destinazione, risulta di difficile comprensione rispetto all’ipotesi di sabbiodotto: non si evince infatti come la diversa destinazione (spiaggia emersa o sommersa) possa essere garantita dai medesimi né come la draga aspirante possa selezionare il materiale in base alla composizione granulometrica". "Noi continuiamo a lavorare invece sulla costruzione di proposte alternative – dicono da Una città in Comune -, e lo vogliamo fare a partire dal confronto a tutto campo con la cittadinanza, con i movimenti e le associazioni e con gli altri territori coinvolti, a partire da quello di Livorno. Per questo, e per discutere delle altre criticità del litorale, abbiamo organizzato un’assemblea pubblica presso il caffè bar Al Dolcemente – ex stazioncina in piazza dei fiori a Tirrenia sabato prossimo 15 aprile dalle 17".
Carlo Venturini