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"Non sono contro i vaccini Dico no al pensiero unico"

Stefano Albini, docente a contratto di Sociologia dell’Ateneo Pisano è tra i firmatari dell’appello anti-‘certificazione verde’: "Ci hanno criminalizzato"

di Gabriele Masiero

PISA

"Non sono un no vax, ma non mi piace il pensiero unico e, anzi, ritengo, che la scienza sia più efficace quando coltiva il dubbio". Stefano Alpini, docente a contratto di sociologia visuale all’università di Pisa, è tra le decine di docenti di atenei toscani che hanno firmato un appello contro il Green pass. "Sono contrario al metodo con il quale si vuole tentare di imporre la vaccinazione, senza un confronto pubblico che rispetti le posizioni di ciascuno e non tenti solo di criminalizzare chi la pensa diversamente".

In che senso?

"Io rispetto le regole. Mi sottopongo al tampone in un laboratorio di analisi mediche ogni 48 ore, evito assembramenti, indosso la mascherina e faccio tutto questo con regolarità per accedere all’università e svolgere in sicurezza le mie lezioni". Però non è vaccinato.

"Non lo sono per un mio quadro clinico personale che mi fa dubitare dei rischi da correre con il vaccino e perché questo aspetto è sostanzialmente ignorato dai medici di famiglia, che anziché valutare caso per caso si sono adeguati alle disposizioni nazionali. Ma il tema dei vaccini è molto più complesso di quello che si vuole lasciare intendere anche se il dibattito pubblico tende a escludere queste posizioni in cui si dovrebbe coltivare il dubbio anziché bandirlo. Più che contro la vaccinazione sono contro lo strumento del Green pass e la retorica che accompagna questa soluzione abbinata alla campagna vaccinale".

Si spieghi meglio.

"Ritengo, dopo essermi documentato, che oltre alla vaccinazione si possano individuare anche soluzioni alternative per contrastare la diffusione del virus: terapie monoclonali, studi sul plasma iperimmune e altre cure che possono aggredire la malattia al suo insorgere limitando quindi il carico sugli ospedali e l’impatto sul sistema sanitario. E invece ciò che passa, soprattutto attraverso i mass media, è che chi non si vaccina è un pazzo criminale con accostamenti a metafore tipo chi non rispetta il semaforo rosso o guida in autostrada contromano. Esempi davvero stupidi che ci riportano ai tempi bui della storia".

Che cosa dirà ai suoi studenti se le dovessero chiedere le ragioni della sua decisione?

"La mia scelta non interferirà con la didattica. E’ una scelta personale che non porto dentro l’università e se dovesse accadere, visto che la mia materia prevede anche l’analisi dei mass media, dirò ai miei studenti che non parlerò del mio caso e delle mie scelte durante le lezioni, perché non voglio diventare il capo di una tifoseria contro un’altra, anzi ho aderito all’appello proprio per contestare questo modello che tende a dividere la società in buoni e cattivi, senza approfondire tematiche che sono invece, come ha sostenuto anche Massimo Cacciari, assai più complesse e dovrebbero tenere conto delle diverse opinioni in campo. Per dirla con una battuta, anche io vorrei essere rincoglionito come Luc Montagnier...".