REDAZIONE PISA

Morte del parà Scieri. Condanne confermate per i due ex caporali

di Carlo Baroni PISA Restano due condanne per la morte di Emanuele Scieri. Anche per la corte d’assise d’appello, il 26enne parà...

di Carlo Baroni PISA Restano due condanne per la morte di Emanuele Scieri. Anche per la corte d’assise d’appello, il 26enne parà...

di Carlo Baroni PISA Restano due condanne per la morte di Emanuele Scieri. Anche per la corte d’assise d’appello, il 26enne parà...

di Carlo Baroni

PISA

Restano due condanne per la morte di Emanuele Scieri. Anche per la corte d’assise d’appello, il 26enne parà siracusano, trovato cadavere sotto un tavolo della caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999, deceduto da tre giorni, fu ucciso. Non si suicidò. E, come per il tribunale di Pisa, due ex caporali, Alessandro Panella (difeso dall’avvocato Andrea Cariello) e Luigi Zabara (assistito degli avvocati Andrea Di Giuliomaria e Maria Teresa Schettini), devono essere condannati. La corte fiorentina, tuttavia, ha riformato la sentenza di primo grado riducendo le pene: 22 anni di reclusione a Panella e 9 anni, 9 mesi e 10 giorni a Zabara. In primo grado Panella era stato condannato a 26 anni, Zabara a 18 anni. "Per il dolore provato in questi anni, non importa sia stata ridotta la pena, ma che sia stata affermata la penale responsabilità dei due imputati", ha detto Francesco Scieri, fratello maggiore di Emanuele, presente ieri in aula. Zabara, ha anche aggiunto Francesco Scieri, "si è avvicinato non per porgere le sue scuse ma per dirmi che quella sera non era nella caserma Gamerra. Mi spiace ma non posso credere alle sue parole: la sentenza di oggi conferma che lui e Alessandro Panella, erano lì". Non è soddisfatto della sentenza l’avvocato Andrea Di Giuliomaria, difensore di Zabara: "L’obiettivo non era la riduzione della pena, ma la sentenza di assoluzione per estraneità al fatto. Aspettiamo la motivazione e poi valuteremo, ovviamente, il ricorso per Cassazione. Lo ripeto: la riduzione della pena non ci interessa".

Secondo l’accusa – il caso Scieri venne riparto nel 2017 dalla procura di Pisa, allora guidata dal procuratore Alessandro Crini – l’ex parà di leva sarebbe rimasto vittima di atti di nonnismo. I due imputati, con un terzo commilitone, Andrea Antico (assolto con rito abbreviato in primo grado, e poi in appello con sentenza diventata definitiva), proprio la sera del 13 agosto del 1999 – primo giorno di Scieri a Pisa – forse dopo un alterco, lo avrebbero picchiato anche dopo che lui aveva cercato una disperata fuga sulla torretta di asciugatura dei paracadute, facendolo poi precipitare e morire, e nascondendo il corpo sotto a un tavolo.

Inoltre i familiari di Emanuele Scieri, assistiti dagli avvocati Ivan Albo e Alessandra Furnari, hanno impugnato per il risarcimento danni la sentenza di assoluzione, divenuta appunto definitiva sotto il profilo penale, nei confronti di Antico. L’udienza è fissata per i prossimi giorni.