REDAZIONE PISA

"Mio figlio ricoverato per un giorno in ospedale"

Il padre di uno studente minorenne: "Soccorso da un coetaneo"

Indignazione e parole durissime del padre di uno dei minorenni rimasti feriti durante il corteo pro Palestina di venerdì mattina, all’altezza del "Russoli" di Pisa. "Siamo sbalorditi". Il figlio 17enne, studente del liceo artistico di via San Frediano, è rimasto per 24 ore in osservazione in Pronto soccorso a Cisanello. Ed è stato poi dimesso dall’ospedale con dieci giorni di prognosi.

Come sta, adesso?

"Meglio, dopo i primi momenti di preoccupazione, è stato necessario un periodo di osservazione per le botte alla testa e ai reni, i medici ci hanno spiegato che possono dare problemi".

Suo figlio venerdì mattina stava partecipando alla manifestazione, che cosa le ha raccontato?

"Che è stato picchiato e poi per fortuna soccorso da un amico. Anzi, non lo conosceva, diciamo un suo coetaneo che l’ha aiutato ad alzarsi e ad allontanarsi".

E dopo?

"E’ venuto a casa e ci ha spiegato quello che era accaduto. Allora abbiamo visto i filmati ed erano peggiori, più gravi, di quanti ci fossimo immaginati ascoltandolo".

E siete andati in ospedale. Ma che cosa vi ha detto del percorso? La polizia temeva che i giovani potessero arrivare fino alla Torre e al Cimitero ebraico.

"Una bufala palese quella del Cimitero ebraico: prima di tutto è chiuso e sarebbe difficile portare a termine una qualsiasi azione. I ragazzi volevano andare, come poi hanno fatto, al polo di San Rossore. E’ una cosa detta in malafede".

Perché?

"Per giustificare una violenza gratuita contro chi chiede la pace. Attaccare ragazzini inermi è un attentato non solo all’integrità delle persone ma anche alla libertà di pensiero. Un conto è l’antisemitismo molto diffuso ultimamente, un altro è criminalizzare chi manifesta pacificamente e chiede il cessate il fuoco".

Alcune famiglie si sono unite con tre avvocati pisani, Andrea Callaioli, Andrea Di Giuliomaria e Francesco Cerri (sono una decina, al momento, gli assistiti), per portare avanti un’azione legale comune. Non ci sono stati ancora atti formali, si parla di intenzioni. Voi, ci avete pensato? Che cosa farete?

"Stiamo valutando questa possibilità. E’ assurdo che la polizia di Stato, che dovrebbe difendere i nostri ragazzi, li picchi. Ho sentito parlare di carica di alleggerimento: questo sarebbero le bastonate a ragazzini inermi?".

La città però ha reagito il giorno stesso con una manifestazione di solidarietà e di condanna al tempo stesso della violenza.

"Vero, la città è insorta. Questa reazione ci ha fatto piacere. Ma resta l’indignazione".

Antonia Casini