
La situazione del carcere don bosco
Pisa, 28 giugno 2023 - La capogruppo della Lega, Elena Meini descrive all'aula la situazione del carcere Don Bosco di Pisa: "Mai in sei anni avevo trovato all'interno di quel carcere il clima al limite della tensione che ho avvertito nell'ultima visita. Il Don Bosco ha una serie di porte di sicurezza che non si chiudono, non ci sono telecamere. La situazione è questa, bagni in condivisione. La polizia penitenziaria fa anche servizio di trasporto dei detenuti. Nel reparto femminile, nel quale si trovano circa venti detenute, sono soltanto due le donne in servizio. Nel reparto maschile la situazione è veramente drammatica, due persone polizia penitenziaria erano state aggredite il giorno precedente la mia visita. Poi c'è la parte ospedaliera - prosegue la capogruppo -, due sale operatorie chiuse e mai riaperte, materiale ospedaliero per migliaia di euro abbandonato a se stesso, perché purtroppo la scelta è stata quella di non permettere ai medici dell'Asl di lavorare nell'ospedale del Don Bosco. La Regione Emilia Romagna continua ad applicare la legge nazionale, in Toscana abbiamo deciso con una recente delibera della Giunta regionale di escludere anche i medici di medicina generale da questa attività. Sono tutti elementi - conclude Elena Meini - che anche i direttori delle carceri hanno segnalato, ma che non troviamo nella relazione del Garante della Toscana. Servirebbe più coraggio".
MEINI - "La funzione rieducativa, credo sia la principale delle funzioni delle carceri, prioritaria per lo Stato anche per due motivi di carattere economico'', sostiene il capogruppo, Francesco Torselli, che annuncia il voto contrario di Fratelli d'Italia. "Non mi convince la narrazione del nostro Garante, che non manca di definire il carcere come un luogo in cui a prescindere si soffre, e contrappone chi sta dentro a chi sta fuori. Il sistema carcerario nella sua complessità funziona se si supera la lotta di classe tra detenuti, tra detenuti e polizia penitenziaria, tra tutte le parti del sistema carcerario. Proviamo a capire per una volta che le differenze tra le figure che vivono all'interno del carcere concorrono a migliorare la vita del sistema carcerario''. Tante le tematiche da affrontare, aggiunge Torselli. Tra queste, ''la necessità di trovare figure professionali, medico, operatore sanitario, che abbiano la voglia, la volontà di andarsi a impegnare con i detenuti con problemi psichiatrici. Serve premialità anche di carattere economico. Le problematiche sono numerose e complesse, l'approccio del Garante regionale è esclusivo e non inclusivo, di settore. Il nostro v sarà contrario".
M.B.