
Ouatmane Ehaj, che ha la panetteria a pochi metri da dove è successo il femminicidio-suicidio (. foto Pardini per Valtriani
"Una tragedia inaspettata". Il quartiere, il giorno dopo, è ancora sotto choc: gli aerei continuano a passare su Sant’Ermete. "Ho sentito due spari. Eppure, erano due anime in un nocciolo", racconta un vicino. Evidentemente non era quella la realtà, ma alle persone che incontravano Alessandro Gazzoli e Samantha Del Gratta, così appariva quella coppia. Stavano insieme da 28 anni. "Sembravano due ragazzini, stavano sempre appiccicati". "Non abbiamo mai sentito litigi fra loro, facevano tutto insieme", aggiunge un altro. Al bar, dal panaio, in farmacia. "Non ce l’aspettavamo proprio. Mai visti contrasti, brave persone. Anche lui era calmo, un ragazzo tranquillo che faceva il suo. Veniva qui con lei", racconta Ouatmane Ehaj, che ha la panetteria a pochi metri da dove è successo il femminicidio a cui è seguito poi il suicidio dell’uomo. I parenti di Alessandro Gazzoli, guardia giurata 50enne al momento in ’ferie forzate’, diceva lui, interpellati dai giornalisti chiedono: "Rispetto per il nostro dolore".
"Un’altra donna uccisa tra le mura di casa, un’altra sorella a cui la vita è stata strappata dal proprio marito, questa volta nella nostra città", scrive l’avvocato Giulia Contini (Una città in Comune). "Il fatto gravissimo successo a Pisa ci scuote ancora una volta e ci costringe a gridare l’ingiustizia di un sistema dove la violenza di genere è sempre più esasperata, facilitata anche dal possesso di armi di chi opera nel settore della tanto propagandata sicurezza".
I dati sulla violenza. "Dall’inizio del 2025, secondo i dati pubblicati dall’osservatorio NUDM aggiornati all’8 luglio 2025, i femminicidi, lesbicidi e trans*cidi in Italia sono stati 60 e di questi il 55% vede come assassino il marito, il partner, il convivente. In 8 casi l’omicida è il figlio. In 8 casi a compiere il gesto è stato il partner da cui la persona uccisa si era separata o aveva espresso l’intenzione di separarsi". E ancora, il quadro locale: "I dati dell’osservatorio del centro antiviolenza di Pisa parlano chiaro: la violenza di genere e intrafamiliare non è un problema di classe o di provenienza, è sistemica. Nel 2023, su 340 maltrattanti, il 75% era italiano e solo il 16% era disoccupato; inoltre, solo il 3,5% era uno sconosciuto. Davanti a tutto questo la responsabilità può essere solo politica: a tutti i livelli ci dobbiamo chiedere che cosa stiamo facendo. La nostra rabbia continuerà a riversarsi nelle piazze, ma deve entrare nelle istituzioni".
Poi l’analisi politica: "Occorre esprimersi nettamente contro tutto quello che incrementi la violenza e che alimenti la retorica patriarcale dell’uomo forte e armato. Non servono armi, non serve alimentare la narrazione bellicista con la crescente militarizzazione delle scuole e delle università dove si esaltano le guerre del passato e si valorizzano le azioni militari del presente. Non serve ingenerare paura propagandando una fantomatica emergenza sicurezza - magari dipingendo l’identikit dell’aggressore povero e straniero - per giustificare il maggiore utilizzo delle armi, come è accaduto col DL sicurezza. Serve invece un investimento serio nei percorsi educativi alle differenze e contro la violenza di genere, nel potenziamento dei centri antiviolenza e nel loro finanziamento, nella lotta contro ogni forma di discriminazione legata al genere, nelle politiche del lavoro che garantiscano la sicurezza economica".
A. C.