
Andrea Zavanella, presidente Ctt Nord
PISA, 4 novembre 2018 - Sarà depositato lunedì in tribunale il primo ricorso contro il licenziamento di uno dei sei autisti della Ctt Nord licenziati perché accusati di fare la «cresta» sulla vendita dei biglietti a bordo degli autobus e difesi dall’avvocato Carlo Pelli. Si tratta anche dell’unico ricorso presentato per via d’urgenza e che, ha spiegato il legale, contesta una serie di condotte illegittime da parte dell’azienda, a cominciare dal fatto di «avere adottato questi provvedimenti pur in assenza di un consiglio di disciplina che invece poteva essere costituito e chiamato a pronunciarsi». «Riteniamo inoltre - ha precisato Pelli - che vi sia stata una irragionevole disparità di trattamento rispetto agli 80 provvedimenti disciplinari emessi, in stragrande maggioranza conservativi, a fronte di pochi licenziamenti per le condotte contestate che sembrano essere sostanzialmente analoghe per tutti gli autisti sanzionati».
Nel merito, invece, il giudice del lavoro dovrà valutare se la condotta dell’autista difeso da Pelli ha oppure no indebitamente incassato i soldi dei biglietti e se ha messo realmente in pratica le condotte che gli sono state contestate dalla Ctt Nord e che gli sono costate il posto di lavoro: «L’azienda - sottolinea l’avvocato - contesta al mio assistito, autista assunto a tempo indeterminato sulle linee extraurbane, che abbia venduto 416 biglietti delle linee urbane senza averne titolo. Già in sede disciplinare abbiamo spiegato all’azienda che in realtà sono le stesse tabelle polimetriche della Ctt a dare questa facoltà agli autisti, obbligati a vendere agli utenti i biglietti in base alla percorrenza. Mi spiego meglio: nella tratta Pisa-Livorno, ad esempio, la percorrenza fino a San Piero a Grado è considerata urbana e quindi è obbligatorio vendere il biglietto urbano». Il legale entra poi nel merito del primo ricorso presentato, anche rispetto ai termini delle contestazioni aziendali: «A fronte della nostra spiegazione già in sede disciplinare - conclude Pelli - l’azienda ci ha dato ragione ma ha motivato il licenziamento dicendo che avevamo venduto troppi biglietti rispetto alle corse effettuate. Ebbene: il mio assistito ha effettuato 288 corse e dunque la media è di 1,4 biglietti venduti per ciascuna corsa. Sarà il tribuanale credo già entro la primavera a stabilire chi ha ragione».