GABRIELE MASIERO
Cronaca

Lavori al canale Navicelli: "Pagherà il governo Usa"

La sinistra radicale insorge. Auletta: "Un governo straniero che si intromette". Claudio Rossi: "Per un intervento strutturale servono 25 milioni di euro".

La sinistra radicale sul piede di guerra per sapere quali siano i "reali rapporti tra Nato e Port Authority di Pisa" e gli imprenditori preoccupati per il futuro dei Navicelli che "avrebbero bisogno di una cura da cavallo definitiva per consentire salto di qualità a tutto il distretto della nautica". Sono le due facce di una stessa medaglia che vede il presidente della municipalizzata, Luciano Del Seppia, dopo la sua recente audizione in commissione consiliare per illustrare il piano di gestione, chiamato a governare processi tutt’altro che banali.

Da una parte la politica, con Ciccio Auletta di Diritti in Comune che attacca: "La Port Authority è al soldo degli Usa", dall’altra le categorie economiche che chiedono interventi strutturali risolutivi per aumentare il fondale. "Scopriam – dice Auletta – che i lavori di messa in sicurezza del canale, cioè l’inserimento delle nuove palancole e il dragaggio del canale sono stati commissionati direttamente dal governo americano attraverso la ormai nota Nspa, la principale agenzia logistica della Nato". Anche il sindacato autonomo Cub punta il dito: "Il Governo Usa ha dato mandato di dragare il canale dei Navicelli a u’agenzia che opera per la Nato che a sua volta ha commissionato i lavori alla municipalizzata: il problema non è tecnico ma politico perché un Governo straniero ordina lavori e le autorità pubbliche locali se ne fanno carico assumendosi anche il collaudo dell’opera? Dragare il canale e aumentarne la profondità è una esigenza militare o civile?".

Quei lavori, sottolinea però Claudio Rossi, presidente del gruppo Nautica dell’Unione industriale pisana, "sono limitati solo al pezzetto di Canale che interessa Camp Darby e invece il rafforzamento delle sponde, con palancole in cemento che permetterebbero di superare per sempre il problema del cedimento degli argini e del continuo dragaggio dei fondali, riguarda tutta l’asta fluviale". Insomma, l’uovo di Colombo per far decollare il distretto: "Ma per realizzare questo intervento nel suo complesso, compreso un nuovo ponte sullo Scolmatore per consentire di bypassare il porto di Livorno e uscire in mare - aggiunge l’industriale - servono almeno 25 milioni di euro: una cifra che gli enti locali da soli non possono mettere sul piatto".

Da qui l’appello a Regione e Governo: "Tutti, a parole, comprendono quanto il Canale sia strategico per la nautica pisana e la Regione il suo dovere finanziando periodicamente i dragaggi lo fa: ma trovare finalmente le risorse per un intervento strutturale, relativamente rapido (circa un anno di lavori), consentirebbe a tutto il comparto (circa 3 mila addetti tra diretti e indiretti), consentirebbe davvero di rendere la darsena pisana un punto di riferimento sul mercato mondiale. Faccio un solo esempio: la costruzione di grandi navi e i successivi lavori di garanzia e di refit sono una segmento economico fondamentale anche per il territorio perché parliamo di comandanti, equipaggi e armatori che arrivano qui soggiornano in strutture alberghiere, usufruiscono di ristoranti e altri servizi che vengono alimentati anche in periodi di bassa stagione turistica". Per questo, conclude Rossi, "assicurare un pescaggio di alneno 3,5 metri significherebbe rendere il Canale un’nfrastruttura di livello internazionale e far decollare la darsena pisana, quindi più che il reperimento di aree a terra per i capannoni è indispensabile aumentare il fondale e consentire alle imprese di lavorare su imbarcazioni sempre più grandi così come ormai vogliono le più recenti tendenze di mercato".