L’altra torre pendente da salvare. Sos da Bologna per la Garisenda. Ecco in soccorso i tralicci pisani

I macchinari ancora a disposizione dell’Opera Primaziale e costantemente mantenuti: due maxi-cavalletti che arrivano fino a 12 metri d’altezza che spingono fino a 30 metri sotto terra .

L’altra torre pendente da salvare. Sos da Bologna per la Garisenda. Ecco in soccorso i tralicci pisani

L’altra torre pendente da salvare. Sos da Bologna per la Garisenda. Ecco in soccorso i tralicci pisani

Le tecnologie già utilizzate per salvare la Torre di Pisa "salva" la meno famosa ma altrettanto pendente Torre Garisenda, la più bassa delle due torri che svettano nel cuore di Bologna e sono il simbolo del capoluogo emiliano.Una Torre che dovrà essere messa in sicurezza, dopo che il comitato tecnico scientifico l’ha giudicata ad alto rischio crollo, ben dieci volte oltre la norma. La decisione del gruppo di esperti incaricato (tra cui Nunziante Squeglia, il professore che si occupò direttamente della cura scelta a Pisa, e Massimo Majowiecki, che progettò quei tralicci) è stata comunicata dal sindaco bolognese Matteo Lepore. I tralicci a sostegno della torre di Pisa, sono ancora disponibili nell’area dell’Opera Primaziale Pisana e costantemente manutenuti fino al 2019. Consistono in due grandi cavalletti, ancorati in fondazione con un sistema di pali che si spingono fino alla profondità di 30 metri. I due cavalletti avevano un’altezza di 12 metri da terra ed erano disposti a 103 metri di distanza dalla torre. Il sistema fu utilizzato con successo a Pisa, anche se non fu mai necessario esercitare il tiro massimo per il quale erano stati progettati. È stata analizzata la possibilità di trasposizione nel contesto urbano bolognese di questa soluzione Il gruppo di lavoro ha effettuato un sopralluogo presso l’Opera della Primaziale Pisana – spiegano dal Comune di Bologna –, rilevando che le macchine di tiro, ancora in opera all’interno di un’area di pertinenza della Primaziale a ridosso delle mura cittadine, sono in buono stato, leggermente intaccate dalla ruggine nelle parti basse. È parso quindi di interesse valutare se fosse possibile riutilizzare i manufatti originali, facendone richiesta all’Opera Primaziale Pisana, che ha confermato la massima disponibilità.