
di Francesco Ingardia
E’ partita ieri mattina la ventunesima edizione del Master universitario di primo livello in ’Diritti umani e gestione dei conflitti’, organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Presenti per la giornata inaugurale del Master il direttore Emanuele Sommario, docente di Diritto internazionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, seguiti dai saluti della rettrice Sabina Nuti e della direttrice dell’Istituto Dirpolis Gaetana Morgante. "Il corso - ha spiegato il direttore Sommario - è stato pensato per fornire a studentesse e studenti provenienti da tutto il mondo una comprensione dei legami, teorici e pratici, che intercorrono tra diritti umani e gestione dei conflitti. Lo studio del diritto e delle relazioni internazionali occuperà il blocco teorico del corso, da gennaio a luglio, con focus particolare su temi di attualità come il conflitto in Ucraina, la situazione nello Yemen, e il sistema di repressione dei diritti umani in Iran. Poi una seconda parte pratica, da settembre fino alla fine dell’anno, tutta incentrata su esercitazioni e apprendimento sul campo di skills necessarie se si vuole operare in maniera efficace nei territori di destinazione. L’obiettivo è preparare studenti che saranno poi chiamati a lavorare per organizzazioni non governative, agenzie di aiuto umanitario, Nazioni Unite e organizzazioni regionali".
Ventisei sono i partecipanti al corso di questa 21esima edizione, 13 italiani e 13 partecipanti stranieri di varia provenienza tra Stati Uniti, Qatar, Sri Lanka, Sudan, Camerun, Costa d’Avorio, Portogallo, Belgio, Regno Unito, Germania, per lo più Under30, molti di loro con alle spalle importanti esperienze di vita o lavorative nel settore umanitario.
Come la ventitrenne Chiara Chimienti, che dopo aver lavorato 3 mesi in Palestina per una organizzazione umanitaria ha deciso di voler "approfondire ulteriormente gli studi sui diritti umani". "Cercavo un Master breve ma intenso - ha detto Chiara-, perchè la mia intenzione è quella di buttarmi nel mondo del lavoro quanto prima. In questo senso, il corso previsto dalla Scuola Sant’Anna mi è sembrata la scelta naturale".
Oppure come Safa Yagoub, studentessa del Sudan, trasferitasi dal 2019 a Stoccolma: "Dopo aver terminato gli studi in Svezia - ha aggiunto Safa - ho aderito a diversi movimenti a difesa dei diritti umani, collaborato con Amnesty International e Unicef. Quella per i diritti umani è una questione che mi sta veramente a cuore. Il mio paese di origine è il Sudan, e come noto, ancora oggi vengono praticati matrimoni combinati in cui almeno uno dei nubendi è un minore. Questo fatto, rappresenta per me una motivazione molto forte nel proseguire e raffinare gli studi, al fine di possedere un domani gli strumenti necessari per tornare nel mio paese e contribuire a eliminare pratiche come queste".