
Miriam Colombini è nata alla 27esima settimana. Era il 2007, a poche ore dalla nascita (dopo il calo fisiologico) pesava 670 grammi. È lei "Miss Pretermine", con tanto di fascia, testimonial sorridente – insieme alla sua famiglia - di traguardi fino a qualche decennio fa impensabili. Con lei, sparsi tra la piccola folla colorata di viola accorsa ieri pomeriggio nel cortile dell’Edificio 2 del Santa Chiara, altri piccoli guerrieri. "Oggi, Giornata mondiale del prematuro, raccontiamo tante storie. Per noi è un momento di festa: la celebrazione di tutto quel lavoro appassionato e pieno di sacrifici che sta dietro alla cura di un bambino nato prematuro, un lavoro che il personale infermieristico in primis e i medici svolgono con dedizione" queste le parole del professor Luca Filippi, direttore dell’Unità operativa di Neonatologia del Santa Chiara.
"Abbiamo voluto accendere una luce - aggiunge Barbara Barni, coordinatrice infermieristica - su quei neonati speciali che necessitano di un lavoro e di competenze speciali. Una realtà che non è sufficientemente nota".
E che ha numeri di rilievo: un neonato su 10 viene, infatti, alla luce pretermine ovvero prima della 37esima settimana di gestazione. Storie, appunto, in cui il lieto fine (sempre più frequente) era evidente negli occhi dei tanti bambini e genitori che ieri hanno accettato l’invito alla festa. Tra abbracci, sorrisi e anche un po’ di commozione. Dopo una lettera di introduzione per sensibilizzare i presenti sulla condizione dei bambini di Gaza, tutta la scena è stata presa dalle infermiere che, sulle note scatenate di "Gigante" di Piero Pelù, hanno celebrato la vita con un flash mob. Tappa di mezzo di una giornata che le ha viste impegnate in una serie di ‘lezioni’ sulle buone pratiche quotidiane necessarie per supportare lo sviluppo del neonato (bagnetto, promozione allattamento al seno, cura posturale, Kangaroo care, contenimento stress e dolore) e che è culminata nell’accensione della Torre pendente spendente di viola.
Francesca Bianchi