
Cartelloni e festa sugli spalti dell’Arena Garibaldi
Settecentosettantasei chilometri e non sentirli affatto. Anzi, sentirli tutti come un unico coro che inizia a Bari e finisce a Pisa. E’ successo, è accaduto davvero e diecimila persone ne sono testimoni. Mentre i microfoni delle telecamere del San Nicola catturano e diffondono i cori degli oltre 1.200 pisani presenti a Bari, l’Arena ascolta, applaude e si unisce. Due stadi diversi, un unico cuore e una sola voce.
E’ la domenica di chi non ha potuto raggiungere il capoluogo pugliese. Di chi ha deciso prima di sfidare la pioggia e poi di cuocersi al sole sui gradoni della "nostra" Arena con il solo scopo: "Di esserci e festeggiare insieme". C’erano tutti, tutti coloro che hanno voluto e potuto: bambini e bambine, ragazzi di ogni età adulti e anziani. Chi ha pianto al fischio d’inizio come una liberazione, chi ha sventolato una bandiera, chi ha perso una voce. Ma c’è anche chi ha trovato un amico, chi ha abbracciato un vicino che non aveva mai visto, chi ha condiviso un telefono per farsi una foto.
Silenzio – d’attesa, definiamola così – solo per venticinque minuti. L’interminabile arco fra il gol del Bari, quello dello Spezia che pare una condanna e il liberatorio pareggio della Reggiana. Qualche fischio quando la linea salta, ma smorza la tensione.
Alla fine è festa per tutti. In campo non c’è la squadra ma è come se vi fosse. Se la voce da Bari arriva a Pisa, lo stesso tragitto lo può fare l’amore per questo colore. Sotto la Curva c’erano tutti: da Inzaghi a Marin, li abbiamo visti.