
"Quanto detto dall’imam Mohammad Khalil, se pur parzialmente corretto sulla sua pagina Fascebook, appare incredibilmente affine a visioni integraliste e perde volutamente di vista la realtà dei fatti, che è la premeditata e studiata aggressione a civili operata da Hamas che è una realtà terroristica riconosciuta come tale dall’Ue nella quale l’imam vive, godendo dei diritti civili propri della nostra società occidentale".
Lo afferma in una nota la Comunità ebraica di Pisa, insieme alle sezioni di Lucca e Viareggio, criticando le dichiarazioni dell’imam, palestinese, a capo della comunità islamica di Pisa nelle quali riferendosi al conflitto in atto, parlando con La nazione, aveva parlato di ‘resistenza’ da parte del popolo palestinese" . "La crudeltà vista in questi giorni a danno di uomini, donne, anziani e bambini - prosegue la nota - offende lo stesso concetto di essere umano, almeno nell’accezione che gli viene attribuita in ambito civile. Non abbiamo l’ambizione di ‘convertire’ l’imam Khalil a posizioni di amicizia verso Israele ma ci sarebbe parso lecito attendersi distanza dal terrorismo che non è e non può essere considerato ‘resistenza’. Chi poi veramente tiene ai civili palestinesi dovrebbe adoperarsi affinché si liberino dall’oppressione e dallo sfruttamento ai quali, da decenni, Hamas li sottopone".
Il consiglio della comunità ebraica dunque non intende sorvolare sulle parole pronunciate dall’imam, che aveva comunque precisato di voler parlare a titolo personale e non a nome della comunità islamica che rappresenta. parole che avevano già suscitato un vespaio di polemiche con un botta e risposta al vetriolo tra l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi,, e lo stesso Khalil. L’esponente del Carroccio aveva infatti definito le parole dell’imam "inaccettabili, perché complici di un brutale massacro di centinaia di vittime innocenti israeliane" e aveva invitato l’Ue "a sollecitare gli Stati membri a fermare ogni progetto di costruzione di nuove moschee su tutto il territorio comunitario, fino a quando permarranno le fortissime tensioni internazionali a cui stiamo assistendo, con verifiche a fondo affinché non ci sarà l’assoluta certezza che esse non siano utilizzate come megafono per diffondere messaggi di odio e violenza". Accuse respinte da Khalil che ha precisato: "Non ho mostrato alcun tipo di ostilità nei confronti della comunità ebraica, che rispetto da sempre, né ho appoggiato alcun tipo di barbarie. Essere pro Palestina non significa automaticamente appoggiare le morti di civili innocenti. E’ meschino rivoltare parole a proprio piacimento per far passare il messaggio che torna più comodo: la moschea è un luogo di culto e, al contrario di quanto dice Ceccardi, è un luogo controllato, accessibile a tutti, volto alla tutela della comunità".
Gab. Mas.