SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Irma colpisce ancora La nonna di Vecchiano ritrova 79 anni dopo il bambino "sfollato"

Insieme sopravvissero alla battaglia del 23 luglio 1944. Si sono ritrovati grazie ad un articolo de La Nazione. Adesso saranno i testimonial della festa del 25 Aprile.

Irma colpisce ancora  La nonna di Vecchiano  ritrova 79 anni dopo  il bambino "sfollato"
Irma colpisce ancora La nonna di Vecchiano ritrova 79 anni dopo il bambino "sfollato"

di Saverio Bargagna

NODICA (Vecchiano)

Quella bicicletta è il tesoro di nonna Irma: "Tutti mi ripetono: ‘Cambiala, è vecchia! Quelle nuove hanno perfino il cambio. Lo sai?’. Ma non sanno di cosa parlano, non ne hanno idea: quella bici fu un dono di mio padre e anche se oggi ho 92 anni, quando salgo in sella, le ruote girano da sole". Lo spirito di Irma Brait ha commosso l’Italia: quei pedali, anche durante la pandemia, macinavano chilometri raggiungendo gli anziani più soli di Nodica. Ogni giorno, con ogni tempo: sole o pioggia, che cosa cambia? Ci sono i pedali e le visite agli anziani soli del paese: "Forza, il tempo è prezioso! Chi non vive in compagnia diventa cattivo". La storia di Irma è stata raccolta dal nostro giornale, poi rilanciata dalle principali tv nazionali. Ma è proprio attraverso un nostro articolo che Giuseppe Barachini, pisano, classe 1939, ha riconosciuto quella bambina che nel 1944 accolse la sua famiglia nei mesi terribili della guerra.

Barachini è salito in auto con la pagina del giornale, ha raggiunto la frazione di Nodica è a chiesto in giro: ‘Conoscete Irma?’. ’Certo, questo è il numero di telefono’. I due si sono sentiti, dopo anni di distanza: ‘Sei proprio tu? Sì’. Il sindaco di Vecchiano, Massimiliano Angori è venuto a conoscenza della storia e ha deciso di far incontrare ufficialmente Irma e Giuseppe il 25 Aprile a Vecchiano: saranno loro i testimonial della ‘Festa della liberazione’.

La vicenda personale di Irma è un racconto che, ancora oggi, risuona attuale: "La guerra è terribile – dice – distrugge e annienta ogni cosa". "Nella prima guerra mondiale – aggiunge – la mia famiglia, di origine tedesca, fuggì dalla Germania perdendo tutto ciò che possedeva. Si tirarono sù le maniche, ripartendo proprio da Titignano, ma la seconda guerra spazzò via di nuovo ogni cosa". Irma pesca fra i ricordi: "La famiglia di Giuseppe Barachini era sfollata: aveva lasciato Porta a Mare cercando un po’ di cibo in campagna. Noi avevamo del grano da dividere e così, fra le nostre famiglie, nacque un profondo legame di reciproco aiuto. Una amicizia coltivata negli anni successivi, poi lo scorrere del tempo ci ha allontanato". Irma racconta la sua guerra. "E quel terribile 23 luglio del 1944 – dice –. Mio padre aveva costruito un rifugio di fortuna, fuori, in un fosso, con delle canne avevamo un tetto. Ogni notte andavamo a dormire là fuori. Già dalla sera iniziò il bombardamento americano. Lasciamo la nostra casa mentre la famiglia di Giuseppe rimase nella propria abitazione, che si trovava in mezzo ai campi. Io, mai come allora, ho creduto di morire". "A pochi passi da noi – ricorda – scoppiò una battaglia fra tedeschi ed americani".

Irma alza le braccia come se si trovasse ancora in quel fosso, nel cuore della notte. Guarda lontano: piovono proiettili, i rimbombi scuotono le viscere, la gente muore. "Fu una battaglia feroce – dice –. I tedeschi, o forse gli americani, non lo abbiamo mai saputo, incendiarono la nostra casa. Una granata, caduta nel fosso, ferì mia sorella alla schiena e due soldati americani si lanciarono nel fossato insieme a noi per ripararsi da quel massacro". Quando lo scontro terminò la sorella di Irma fu portata in ospedale e per settimane non si ebbero notizie. La famiglia di Brait fu sfollata e lasciò Pisa. "Ero una bambina e anche Giuseppe era giovanissimo – dice –, ma i nostri genitori si sono ritrovati qualche mese dopo. Sono contenta che mi abbia cercata. Rivederlo sarà un piacere".

L’occasione potrebbe essere quella di un Consiglio Comunale aperto, che si terrà – probabilmente – il 24 Aprile. Il sindaco Angori commenta: "Queste testimonianze non devono essere perdute. La memoria non può essere dispersa". Irma, dopo quella notte del 1944, ha proseguito la propria vita ripartendo da zero. Ancora con quella bicicletta regalata dal padre e con lo stesso spirito di chi – sopravvissuto alla morte – vive ogni giorno come un dono.