
di Enrico Mattia Del Punta
PISA
La rivalsa dei sindaci parte dall’emendamento del senatore Meinhard Durnwalder del Partito Popolare Sudtirolese, che solleva il polverone. La proposta introduce la possibilità ai primi cittadini di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Un emendamento presentato al disegno di legge di Fratelli d’Italia per la reintroduzione dell’elezione diretta dei presidenti delle province. Un’idea che piace anche ai possibili diretti interessati, come il sindaco di San Giuliano Terme, Sergio Di Maio (Pd) che però rilancia una proposta di mezzo: "Nessun terzo mandato, ma due mandati da 7 anni, sulla falsa riga del Presidente della Repubblica – chiosa il primo cittadino che si avvia a concludere il suo secondo mandato -. Un sindaco ha bisogno di 14 anni per fare bene il suo lavoro". Un calcolo che Di Maio fa sulla base della sua esperienza e alla luce delle tempistiche dei piani strutturali comunali: "Un amministratore locale in questo modo riuscirebbe a programmare, progettare e consegnare un’opera ai propri cittadini". Più allineato sui contenuti dell’emendamento è invece il sindaco di Calci, Massimiliano Ghimenti: "Sono favorevole al terzo mandato. O mettono i limiti a tutte le cariche elettive, vedi parlamentari e consiglieri regionali, oppure i limiti che ci sono per i sindaci sono da considerare di dubbia legittimità costituzionale – afferma Ghimenti -. Sono proprio i sindaci quelli che più hanno a che fare con opere pubbliche che richiedono in media 5-6 anni per la loro realizzazione". Sull’ipotesi di un possibile terzo mandato, Ghimenti, però è schivo: "La politica si può fare per un periodo e poi tornare al proprio lavoro. Vedremo quando sarà finita, al momento sono concentrato nel concludere il mandato".
Anche Sergio Di Maio aggira la domanda "Farò il cartomante in televisione" scherza il sindaco di San Giuliano. Lo scacchiere della politica si muove. La possibilità di confermare alcuni sindaci nell’area pisana toglierebbe qualche castagna dal fuoco anche in vista della corsa per le regionali del 2025, soprattutto in casa Pd. Nel frattempo, viene colta favorevolmente anche l’ipotesi di riforma delle province: "Andrebbe incontro all’esigenze delle amministrazioni locali – commenta il presidente della provincia di Pisa, Massimiliano Angori -. Soprattutto a fronte del carico di lavoro dovuto dal Pnrr. Bisogna dare nuova dignità a queste istituzioni conferendo loro maggiori risorse economiche. Sarebbe opportuno non sovrapporre cariche di sindaco a quello di presidente della provincia" aggiunge Angori. Il tema trova d’accordo anche Di Maio: "La riforma va fatta ridando alle provincie soldi, funzioni e cariche elettive. Altrimenti si rischia di fare un lavoro a metà, un errore fatto dal mio stesso partito – afferma Di Maio, che ricorda la riforma delle provincie del governo Renzi –. Quando si parla alla pancia degli elettori, questi sono i risultati".