
Il "Signum" nella Chiesa della Spina
Una crepa che corre lungo il marmo della Chiesa della Spina. Segno, impronta, presagio di spaesamento, incertezza. È questo, ma anche molto altro, Signum, l’ultima installazione artistica di Gianni Lucchesi, in mostra nella Chiesa di Santa Maria della Spina, da domani al 10 aprile, allestita da Carlo Alberto Arzelà e illuminata da Davide Groppi. Patrocinata dal Comune di Pisa e promossa da Archivio Dolfo e galleria Ipercubo. "È lo spaesamento del nostro tempo, è l’ansia per il futuro, soprattutto nelle nuove generazioni. E’ anche metafora del rapporto, sempre complicato tra uomo e natura", spiega Lucchesi. Un’opera fortemente scenografica: non a caso Lucchesi "nella sua carriera ha realizzato scenografie cinematografiche e ha lavorato anche per il regista americano Quentin Tarantino", racconta Arzelà. Nello ‘spaesamento’ che caratterizza il nostro tempo, l’artista imprime un ‘segno’ che ci interroga e al tempo stesso si fa presagio di nuove prospettive. "L’installazione, realizzata in laboratorio, è semplicemente appoggiata sul pavimento della Chiesa senza alcun tipo di interferenza con la pavimentazione. Abbiamo realizzato un lavoro quasi maniacale di riproduzione delle tonalità di colore, crepature e segni di usura del pavimento della Chiesa. La luce, elemento funzionale alla drammaturgia dell’installazione, coinvolge il pavimento e la scultura della Madonna della Rosa di Andrea e Nino Pisano", spiega il curatore Arzelà . "Conosco Gianni Lucchesi e conosco la sua capacità di stupire e quando sono entrato ho avuto un sussulto, questa installazione è pazzesca. E’ la quindicesima mostra, l’ultima del mio mandato, che allestiamo in questo un luogo sacro, uno scrigno d’arte come la Chiesa di Santa Maria della Spina: in 3 anni e 8 mesi abbiamo coperto 385 giorni di apertura nonostante due anni di pandemia. Un grandissimo risultato che viene coronato con questa operazione dirompente di un artista come Lucchesi" dichiara l’assessore alla Cultura, Pierpaolo Magnani. "Per il piccolo gioiello architettonico della Chiesa di Santa Maria della Spina a Pisa - aggiunge il critico Nicolas Martino - ho pensato di rinunciare a considerare il volume della chiesa come un contenitore espositivo. All’interno delle suggestive mura di un’architettura sacra, dove lo spirito viene sollecitato indipendentemente dal proprio credo, accade qualcosa, la manifestazione di un forte segnale, di un sintomo" racconta Gianni Lucchesi. "Sotto il selciato c’è (ancora) la spiaggia? In questa frase che trasforma in interrogazione uno degli slogan più famosi del maggio parigino, sembra essere contenuta la chiave di volta del ‘segno’ impresso da Gianni Lucchesi. Se, infatti, quelle giornate del maggio annunciavano un nuovo mondo carico di promesse, in realtà segnavano anche, e forse soprattutto, il tramonto della civiltà moderna e quindi la fine di una ‘percezione’ del mondo che aveva messo al centro l’uomo e il suo progetto sulla natura".
Ilaria Vallerini