
Il 9 ottobre 2010 in Afghanistan, nel distretto di Gulistan, l’esplosione di ordigno rudimentale, nascosto sul bordo di una pista, fa saltare in aria un Lince che, assieme ad altri mezzi militari italiani, scortava una colonna di mezzi civili. Muoiono quattro alpini italiani: fra questi il caporal maggiore scelto Francesco Vannozzi di 24 anni. Tredici anni che - ricordano gli amici - non hanno annebbiato la memoria, il suo sorriso, la voglia di vivere che si era già espressa nel servizio agli altri. Anche prima del suo arruolamento si era impegnato nella Protezione Civile della sua città natale, S. Giovanni alla Vena. Tredici anni, ma gli alpini del Gruppo di Pisa e della Sezione Pisa-Lucca-Livorno non dimenticano perché sostengono che i Caduti non muoiono ma “vanno avanti” nel faticoso cammino della vita.
"Quattro giovani vite che si univano ai 53 soldati italiani, alpini, paracadutisti, bersaglieri, carabinieri, fanti, genieri che avevano donato la vita per quei valori in cui credevano e che volevano far nascere in quella popolazione angosciata". "Ad Excelsa Tendo" è il motto del Reggimento di Francesco: e Lui è stato fedele a quel motto fino all’estremo sacrificio.
“Per non dimenticare” è l’impegno di ogni alpino e fedeli a quella promessa, anche quest’anno saremo presenti a S. Giovanni alla Vena con gli Ufficiali e commilitoni, sotto la nostra Bandiera, presso a quella stele che lo ricorda. Ci stringeremo con le autorità militari, civili e religiose, alla sua mamma, al suo babbo, per condividerne il dolore della mancanza ma anche per manifestare la nostra riconoscenza ed il nostro orgoglio per Francesco che con la sua vita è perenne esempio degli ideali di rispetto al dovere, di solidarietà, di amore alla Patria".