RENZO CASTELLI
Cronaca

Il re, l’hockey, il tennis e quel "Giro d’Italia"

La magica storia di un impianto che nel 1905 ospitò perfino Buffalo Bill

Che l’Arena Garibaldi possa essere acquistata dal Pisa Sporting Club non deve fare scandalo. Accade in tutta Europa e talvolta anche in Italia (Udine docet, mentre a Milano si vogliono costruire due stadi di proprietà). Ciò non toglie che una velo di nostalgia per quella vecchia Arena che fu dei Federighi e che diventò ‘Garibaldi’ nel 1882 dopo la morte dell’Eroe dei due Mondi. Non bisogna infatti dimenticare che l’Arena Garibaldi, se è ed è stata il teatro del calcio nerazzurro, ha anche visto innumerevoli altri momenti di sport vissuti da tutta la comunità.

Vogliamo ricordarli? I campionati studenteschi di calcio e l’hockey su prato di serie A negli anni Cinquanta quando il Pisa veleggiava in basso, i campionati universitari nazionali del ‘58, le innumerevoli gare di atletica leggera sulla pista in terra rossa che l’architetto Federigo Severini aveva voluto attorno al campo da gioco, compresi i grandi eventi del Meeting dell’Amicizia che negli anni Settanta videro protagoniste atlete come Gabriella Dorio e Sara Simeoni. Su quella pista si erano anche concluse alcune tappe del Giro d’Italia, fra le quali quella memorabile che vide il grande successo di Learco Guerra, "la locomotiva umana". E come dimenticare gli arrivi delle corse campestri che animarono licei e istituti tecnici nel dopoguerra? Oltre la tribuna coperta, sul lato sinistro, Severini aveva anche progettato due campi da tennis e fu là che si fece le ossa la grande Nicla Artigiani (che divenne ‘Migliori’ dopo il matrimonio).

Quando l’8 ottobre del 1931 il nuovo stadio fu inaugurato venne chiamato “Campo Littorio” (nella foto a fianco) cancellando d’un colpo la sua lunga storia di arena pubblica dove nel 1905 si era esibito perfino Buffalo Bill con la sua compagnia circense. Ma era tanta l’abitudine, e forse anche l’affetto, dei pisani verso la vecchia Arena Garibaldi, dove il Pisa si era trasferito fin dal 1919 traslocando dal campo dell’Abetone, che molti anche durante il Ventennio continuarono a chiamare il loro stadio alla vecchia maniera. Del giorno della sua inaugurazione, alla quale intervennero il re, la regina e la principessa Maria, all’epoca diciassettenne, i giornali dell’epoca non furono avari di particolari... Le trecento colombe che si librarono in cielo, i duemila bambini delle scuole elementari, diretti dalla maestra Livia Aimo, che so esibirono in un saggio ginnico disegnando sull’erba la scritta "W il Re", il nuovo arcivescovo Ercolano Attuori, succeduto da poco a Maffi che era scomparso nel mese di marzo di quell’anno, che benedisse il campo. E poi il calcio: il Pisa che batté l’Empoli 3 a 1. Aneddoti, in qualche caso ricordi: inutili, ma che non guastano mai...