
Reca la data del 6 febbraio la promozione all’ordine dei vescovi del cardinale Robert Francis. Prevost. Nello stesso giorno Bergoglio assegna monsignor Cannistrà all’arcidiocesi di Pisa.
PISA
Che cosa hanno in comune Papa Leone XIV e il nuovo arcivescovo Saverio Cannistrà? Che sono stati promossi nei nuovi incarichi ecclesiali nello stesso momento. Questa piccola coincidenza è riportata dal bollettino vaticano del 6 febbraio scorso nel quale compare la promozione all’ordine dei vescovi del cardinale Roberto Francis Prevost, appunto Leone XIV, che si vede in quella circostanza assegnare il titolo della Chiesa suburbicaria di Albano. Nello stesso momento Papa Francesco accettava le dimissioni per raggiunti limiti di età a 75 anni compiuti dell’arcivescovo metropolita di Pisa monsignor Giovanni Paolo Benotto, nominando al suo posto arcivescovo padre Saverio Cannistrà (nella foto), già Preposito generale dei carmelitani scalzi e fino ad allora vicario parrocchiale di San Pancrazio a Roma. Una curiosa coincidenza che lega questo momento storico della Chiesa universale con quella pisana.
La cooptazione di Prevost nell’ordine dei vescovi, infatti, è avvenuta quando il cardinale statunitense era già Prefetto del dicastero dei vescovi, vale a dire uno dei sedici organi di governo della Curia romana, dove era stato nominato da Bergoglio due anni prima affidandogli anche l’incarico di presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, conferendogli contemporaneamente il titolo di arcivescovo-vescovo emerito di Chiclayo, in Perù. L’inserimento invece nell’ordine dei vescovi con il titolo della Chiesa suburbicaria di Albano, invece, è l’inserimento nelle diocesi laziali che ricadono tutte sotto la Curia romana. Si definiscono infatti sedi suburbicarie le diocesi del Lazio che si situano attorno alla diocesi di Roma, di cui sono suffraganee, e costituiscono con essa la provincia ecclesiastica romana. Il termine "suburbicario" deriva dal latino suburbicarius, composto di sub, "sotto" e urbs, "la città" per antonomasia, che è Roma.
Gab. Mas.