PISA
Cronaca

Il musicista sotto la Torre: "Il jazz è vivo"

Intervista al cantautore pisano Bernardo Sommani in occasione del lancio del suo nuovo singolo

di Enrico Mattia Del Punta

PISA

"Non ho bevuto abbastanza" è il titolo del nuovo singolo dell’artista pisano Bernardo Sommani, classe ’93, attivo da diversi anni nel panorama nazionale ed internazionale. Il brano interamente autoprodotto è già disponibile su tutte le piattaforme digitali. Una canzone in cui si mescolano sonorità elettroniche a chitarre arpeggiate buckleiane, un brano dal sapore cantautorale, una riflessione sulla gioventù a cui è stato impedito di sognare un futuro.

Di cosa parla il nuovo brano?

"La canzone parla delle serate in piazza a Pisa ai tempi dell’università che speravi non finissero mai e in cui continuare a bere sembrava l’unica cosa giusta da fare. Oggi quei giorni mi sembrano lontani, ma penso che ci sia ancora bisogno di “salvare la felicità“ come dico in un verso della canzone".

A che punto collochi questo singolo nel tuo percorso musicale?

"La mia crescita è stata continua, è la seconda canzone che produco interamente da solo, questo mi permette di godere di assoluta libertà sia in fase di scrittura che di arrangiamento. Non è stato facile perché oltre ad imparare a suonare diversi strumenti musicali, a cantare ed a scrivere i testi ho dovuto perfezionare le tecniche di registrazione e di missaggio. La pandemia in questo senso, mi ha permesso di trovare il tempo per approfondire anche questi aspetti".

Il singolo rientra in un progetto più ampio, è in arrivo un nuovo album?

"Il concetto di album è un po’ desueto. Ho intenzione di pubblicare altri singoli con cadenza regolare per tutto il 2023. Poi vedremo, magari diventeranno davvero un album. Da tanto tempo sogno di pubblicare un libro come in alternativa al classico Cd.

Un musicista pisano che gira il mondo e l’Italia. Quanto questa città ha influenzato il tuo percorso?

"Sono nato a Pisa, i miei primi concerti li ho fatti qui. Ho suonato praticamente in tutti i locali della città. Probabilmente non sarei arrivato dove sono ora, con una laurea in chitarra jazz, se non avessi vissuto le serate di Pisa Jazz e le jam session all’ex-wide. Penso che il Jazz sia vivo a Pisa, per un musicista è uno stimolo incredibile che permette di migliorarsi e di “diventare“ musica".

Altre influenze che sono stati fondamentali per la tua musica?

"Ho avuto la fortuna di lavorare a Londra in un’associazione culturale (open the gate) che promuoveva la musica africana nella metropoli inglese; questo mi ha permesso di approfondire la musica africana e di suonare assieme a musicisti della scena londinese. Inoltre, sono molto legato alla tradizione popolari, toscana e partenopea, che a mio avviso racchiudono lo spirito della condivisione".