Antonio Caracciolo. Capitano, leader, pisano d’adozione. A confessarlo è lui stesso, subito dopo la cerimonia di premiazione con il sindaco Michele Conti. Ancora all’interno della Sala delle Baleari, il numero quattro nerazzurro si è fermato, sorridente, soddisfatto, parlando del suo rapporto con la città: "Spero di rimanerci. Ho da poco comprato casa, poco fuori città. Il mio intento sarebbe restare anche dopo il termine della carriera, ma si sa, nel calcio è tutto imprevedibile. Io ci provo". Un legame indissolubile, quello creato tra la città e quello che è diventato uno dei simboli della tifoseria. Un punto di riferimento in campo e fuori, capace di essere leader tecnico e anche segnare gol importanti, come quello di testa contro il Mantova.
L’unico calciatore già nato l’ultima volta che il Pisa è approdato in Serie A (è un classe ’90), sbocciato già dal primo momento: "Di questa città la prima cosa che mi ha colpito è stato il calore della gente. Sono stato bene fin qui sin dal primo momento. È una città viva, nella quale è piacevole stare. Dopo vari anni a Verona e un periodo a Cremona qua sia io che la mia famiglia siamo rinati". Adesso il futuro è tutto da scrivere, in Serie A: "Forse non ce ne rendiamo ancora bene conto". Un risultato frutto del duro lavoro sul campo, ma che avrà riscontri anche oltre il rettangolo verde: "Della Serie A beneficerà tutto l’ambiente, non solo quello calcistico. Pisa è una città affascinante, ricca di storia, di cultura. Di certo non ha bisogno di questo per brillare, ma il nostro risultato enfatizzerà tutto, farà prendere alla gente maggior coscienza di ciò che è Pisa. Noi siamo felici".
Infine, immancabile da parte del capitano un commento sul campionato, in particolare sui momenti decisivi: "Ce ne sono tanti. Dalle partite vinte in casa negli ultimi minuti (come la partita con la Carrarese di inizio gennaio, decisa proprio da un suo gol, ndr). Le due partite perse contro il Sassuolo e lo Spezia. Ma in generale, in tutti i momenti in cui proprio la squadra di D’Angelo sembrava avvicinarsi, abbiamo avuto la forza di dare la mazzata la giornata successiva. In generale sono tanti i momenti da ricordare, sin dal principio, dal ritiro, dove si è costruito qualcosa di magico". Perchè lo stesso mister Inzaghi ha voluto sottolineare più volte l’importanza del gruppo, e un capitano vero, capace di trascinare i compagni nei momenti di difficoltà, è in grado di fare tutta la differenza del mondo.
Lorenzo Vero