Il Gombo è una spiaggia da salvaguardare, per motivi di sicurezza, come prescrive la normativa nazionale, e di conservazione, come prescrive il regolamento del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, per questo, affermano in una nota nove tra associazioni ambientaliste pisane comitati cittadini, "favorire e incentivare l’attracco dei natanti al Gombo significherebbe trasformarla in una spiaggia di libera fruizione per i diportisti, e contemporaneamente farne un punto di accesso libero e incontrollato a tutta la Tenuta di San Rossore". Circostanze, dunque, ritenute "assurde, in primo luogo per la tutela di quella biodiversità che è uno degli scopi prioritari del parco".
A questo proposito ambientalisti e cittadini hanno chiesto un parere a Marco Apollonio (foto), professore ordinario di Zoologia dell’Università di Sassari e responsabile scientifico del monitoraggio sui lupi di San Rossore, secondo il quale la vicenda del Gombo "può avere un impatto non irrilevante su diverse componenti della fauna di San Rossore: il principale fattore discriminante sta nell’effettivo controllo di chi sbarca e nella precisa delimitazione di un breve tratto di arenile dove la presenza umana è consentita" perché lungo la spiaggia "nelle aree della Tenuta immediatamente alle sue spalle possiamo trovare specie di importanza conservazionistica di uccelli (tipo il fratino che nidifica proprio e necessita di assenza di disturbo e calpestio per portare a termine la riproduzione) e mammiferi (i lupi dal 2021 si riproducono regolarmente nella Tenuta proprio nell’area palustre retrodunale) e quindi eventuali visitatori potrebbero arrecare un notevole disturbo in una fase delicata del loro ciclo biologico".