
Chi erano i Mastiani Brunacci, il cui nome è legato a uno dei palazzi più belli del centro di Pisa? Dell’ascesa e del declino di questa famiglia, estinta nel 1951, e dei molti aneddoti legati alla sua storia e a quella della bella e intrigante Elena si parlerà domani, alle 19, nel giardino del Palazzo, in via La Nunziatina. Alla conversazione "I Mastiani Brunacci: il nome, le ricchezze e le grandezze svanirono come il fumo", organizzata da Mirko Paolucci, parteciperanno l’architetto Chiara Prosperini, don Maurizio Gronchi, Enzo Pietrini e Alessandro Panajia. Quest’ultimo, studioso e autore di saggi e volumi sulle famiglie nobili toscane, dedicò la sua prima pubblicazione proprio ai Mastiani Brunacci.
Professore, il palazzo in Corso Italia è arcinoto. Ma chi erano i Mastiani?
"In origine conosciuti come Maschiani, venivano da San Giovanni alla Vena. Grazie al commercio in vino e poi lana, legname e allevamento avevano raggiunto una notevole agiatezza. Ricoprirono ruoli politici in città e il salto che li portò ad assumere un ruolo di grande importanza nella Pisa del Cinquecento fu l’entrare in società con la potente famiglia Appiano nel commercio del ferro dell’Elba e una accorta politica matrimoniale che nel 1720 con le nozze con la ricchissima ereditiera Brunacci".
Tra i personaggi di rilievo c’è Giovan Francesco Mastiani.
"Sì, ambizioso e doppiogiochista in politica, fu tra le altre cose Ciambellano di corte e socio fondatore della Cassa di Risparmio. Nel 1809-10, Giovan Francesco, assieme alla moglie Elena, risiedette a Parigi come deputato toscano. E in questo ruolo di grande notabile, di mediatore tra centro e periferia, ricevette da Napoleone il titolo di Conte dell’Impero".
I Mastiani sono noti anche per il fasto dei ricevimenti a palazzo animati da Elena.
"Elena fu protagonista indiscussa della vita mondana e politica, non solo di Pisa, ma di tutta la Toscana dell’epoca. Fu anche dama di compagnia della granduchessa Elisa Baciocchi e il suo salotto a palazzo era punto di approdo per tutti i grand tourists in visita alla città, dove si davano convegno aristocratici, uomini di cultura e celebri personaggi. A palazzo, 118 stanze, Elena disponeva di un esercito di domestici. Madame de Stael cita la magnificenza del suo salotto, superiore persino a quelli fiorentini".
Sulla vita di Elena vi è un florilegio di aneddoti.
"Fece parte della singolare Accademia dei Polentofagi che si riunivano in via Tavoleria per mangiare la polenta. Elena ebbe molti amanti. Intrigante e assetata di lusso e potere, fu protagonista di un episodio al Teatro dei Costanti (oggi teatro Rossi). Non gradendo la rappresentazione di una burletta in musica iniziò a fischiare e per questo si ritrovò agli arresti domiciliari. Disse che quella era una rappresentazione degna di Cascina, non di Pisa".
Si narra che quando il marito morì, con uno stratagemma riuscì a far nominare l’erede il proprio amante.
"Da qui inizia anche il declino della potentissima e ricchissima famiglia. Amante di Elena era il barone Teodoro Tausch von Klöckelthurm-Roth. Sembra che il testamento fu fatto quando il conte Francesco era già spirato e che Elena avesse corrotto il notaio e quattro testimoni. Si raccontava che il Mastiani, già morto, annuiva alla lettura dell’atto fatta dal notaio chinando la testa mossa a mezzo di spaghi da lontane mani misteriose. Ne seguirono ovviamente cause per l’eredità. Gli eredi in breve tempo scialacquarono tutto il patrimonio e la famiglia si estinse nel 1951".
Eleonora Mancini