
Estorsioni, spaccio e minacce anche con l’utilizzo di una pistola. E’ il processo che nasce dalle intercettazioni per un’indagine di droga nei confronti di quella che poi sarà la parte offesa nel processo che si è aperto ieri. La polizia acquisisce elementi sulle minacce subite dal giovane e arriva poi agli arresti. Una storia fatta anche di messaggi minatori via Whatsapp per invitare i debitori a saldare il conto. Uno degli imputati ha scelto di definire la posizione con rito abbreviato. Due sono al dibattimento davanti il collegio del tribunale di Pisa con la richiesta – pubblico ministero Giancarlo Dominijanni – delle trascrizioni di alcune intercettazioni telefoniche. Sul banco degli imputati ci sono Miklovan Dakaj, 25 anni, difeso dallo studio Ciappi di Prato ed Egon Di Marco, 22 anni, pisano, assistito dagli avvocati Laura Antonelli e Fabrizio Bartelloni. Il 22enne è accusato di un solo episodio di estorsione e, tramite i legali, cercherà di affermare la sua estraneità alla condotta che gli viene contestata: sarebbe stato presente all’episodio, ma l’estorsore sarebbe stato un altro.
C. B.