Emanuela, 60 anni di ricami: "Siamo quasi in estinzione. Eppure nababbi e influencer si rivolgono al nostro atelier"

"Giada" sulle Piagge è un’eccellenza con ago e filo, da 60 anni: "Ho fatto i corredini per i baby Ferragnez. Le mie ferie? Al lavoro per le griffes".

Emanuela, 60 anni di ricami: "Siamo quasi in estinzione. Eppure nababbi e influencer si rivolgono al nostro atelier"

Emanuela, 60 anni di ricami: "Siamo quasi in estinzione. Eppure nababbi e influencer si rivolgono al nostro atelier"

"Sono iscritta alla Cna ma come ricamatrice dovrei iscrivermi anche al Wwf perché siamo in via di estinzione". La battuta scherzosa è di Emanuela Bulgarelli che ha ereditato dalla madre Felicia il talento e la dedizione alla nobile arte del ricamo a mano, un ricamo ancora più di nicchia e prezioso se si pensa che è dedicato al mondo dei più piccoli; dai neonati ai bambini fino a dieci anni. E in 60 anni di attività, svolta nell’atelier Giada in zona Le Piagge, di Bulgarelli si è accorta non solo Chiara Ferragni ma anche Versace ed altre maison del lusso oltre ad essere una delle ospiti graditissime di Pitti-Bimbo a Firenze.

Perché le ricamatrici a mano sarebbero una "specie" in via di estinzione?

"Perché non c’è nessuno che abbia la voglia e l’umiltà di imparare il saper fare e creare a mano".

Ma non ci sono le scuole?

"Sì. Arrivano studentesse soprattutto da Pontedera. Rimangono pochissimo. Vogliono fare tutte la stilista. E’ il più classico degli stereotipi: si arriva subito e si arriva subito al top. Ma un bottone non lo sanno cucire. Per questo parlavo di umiltà. Ma siamo artigiani. Il nostro tempo ce lo gestiamo noi, è un mestiere che dà la possibilità di gestirsi. E può essere fatto da casa".

Ma avrà delle collaboratrici?

"Sì. Siamo circa una decina".

Allora che problema c’è?

"L’età media è di 75 anni, più o meno. Ed il lavoro non manca. Questo settore ha ancora mercato. Peccato non ci siano maestranze".

Per la influencer Ferragni che cosa ha confezionato?

"Ho fatto dei lenzuolini con piccoli cavalli ricamati a mano per il primo figlio, per la figlia ho fatto lenzuola con il nome ricamato".

E per Versace?

"Ad agosto quando chiudo l’atelier qui alle Piagge, vado a ricamare per l’alta moda in vista delle sfilate. Perr Versace come per Armani faccio ricami a mano, faccio rifiniture, cucio paillettes. Tutto a mano".

Un modo alquanto operoso di passare le ferie estive. Come cliente chi è stato a darle più grattacapi?

"Un arabo. Era il responsabile di un grande magazzino del lusso: lì si vendevano da spille da balia fate a mano a Ferrari. Aveva un controllo sulla qualità asfissiante. Girava l’Italia in cerca del miglior artigianato possibile; dai gioielli, alle scarpe. Poi convogliava tutta la merce a Milano e da lì partiva per l’Arabia Saudita. Non appena l’aereo toccava il suolo arabo, venivo pagata. In 13 anni, non mi ha mai mandato indietro un solo prodotto e nonostante ormai la confidenza non mi ha mai rivelato chi gli avesse fatto il mio nome".

Si ricorda come ha iniziato?

"Ho fatto di necessità virtù. Una malattia di un mio parente, mi ha costretto a stare a lungo in ospedale. Di giorno stavo lì. Mi rimaneva la notte per lavorare e cucivo. Ho scoperto di saper cucire. E nonostante respirassi l’ambiente sartoriale di mia madre, non mi ero mai dedicata veramente al ricamo. Ho scopertoche le mie mani sapevano fare. Poi, nel 1998 ho preso la mia cartella con disegni di modelli e ricami e sono andata a Pitti-Bimbo. Ho girato tutti gli stand senza far veder nulla. Poi ho fatto un secondo giro mostrando le mie creazioni a chi pensavo potesse essere interessato. Forse, da lì è partito tutto". Se Bulgarelli non potrà forse trasmettere la sua maestria, una cosa cel’ha insegnata comunque, a non mollare mai e di farlo con il sorriso sulle labbra e negli occhi. Le sue creazioni possono essere sfogliate sulle pagine Facebook ed Instagram, Giada Atelier.

Carlo Venturini