
Angelo
Zini*
Il tema del dissalatore di Mola non può rimanere nelle aule dei tribunali, deve ritornare sui tavoli da cui è partita, quelli istituzionali e della politica. Questo dobbiamo ricordarlo ai cittadini. La storia parte da una scelta strategica di grandissimo rilievo sul tema della risorsa idrica, assunta da tutti i Comuni isolani unitamente a quelli della Val di Cornia, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Livorno e dall’Ato n.5 con la firma dell’Accordo di Programma del 2011. Era l’accordo con il quale, utilizzando il cosiddetto "Patto per l’Acqua" della Regione, si definivano gli interventi per la soluzione della questione sanitaria e ambientale legata al superamento dei parametri di boro e arsenico in Val di Cornia-Isola d’Elba e la necessità di adeguamento infrastrutturale e impiantistico. Si prevedeva la realizzazione di impianti di dissalazione, fra cui Mola. Questa è la storia. Ora siamo, però, in una fase diversa. Siamo, tutti, nella consapevolezza di cosa significhi rendere concreta sul territorio un scelta politico-istituzionale di respiro comprensoriale a distanza di oltre 10 anni. Allora io penso che non servano scorciatoie. Interessare la Comunità del Parco per una presa di posizione potrebbe apparire quasi un fatto strumentale. Mettiamo in campo, invece, i soggetti veri protagonisti della vicenda che, in questa fase, non possono essere Ait o Asa (o solo loro), ma la Regione Toscana, il Comune di Capoliveri e tutti gli altri Comuni dell’Elba - come abbiamo letto recentemente credo che abbiano da dire qualcosa anche i Comuni della Val di Cornia - e, ovviamente, i cittadini elbani. A mio avviso la Regione deve riprendere in prima persona "il comando delle operazioni". E ricordiamoci che nel nostro territorio, l’isola d’Elba, la garanzia dell’approvvigionamento di una risorsa indispensabile come l’acqua attualmente non c’è.
*Sindaco di Portoferraio